Usa, la Fed da colomba a falco: accelerata sul tapering, tassi su nel 2022

La banca centrale americana accelera sul tapering e taglia gli acquisti sul mercato a 30 miliardi al mese. La chiusura del piano entro il prossimo marzo

Economia
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La Fed raddoppia la velocità del tapering portandolo a 30 miliardi di dollari al mese rispetto ai precedenti 15 

La crescita economica, nonostante i rischi provenienti dal Covid, è ormai un dato di fatto, come dimostra la dinamica legata all’occupazione, però il rialzo dell’inflazione desta più di un allarme e allora la Fed cambia rotta (confermando le previsioni della vigilia). 

La banca centrale statunitense ha infatti deciso di accelerare sulla strada della riduzione degli acquisti di asset, raddoppiandoli dai precedenti 15 miliardi di dollari al mese a 30 miliardi a partire dal prossimo gennaio. 

Il tutto lasciando invariati i tassi d’interesse tra lo 0 e lo 0,25 per cento. Un livello, ha assicurato il governatore Jerome Powell, che “non sarà toccato fino a quando non termineremo il tapering”, anche se potrebbe esserci una revisione al rialzo (“siamo ben posizionati per farlo, se necessario”) anche “prima di raggiungere la massima occupazione”. 

Del resto, proprio i successi legati alle dinamiche del lavoro “sono stati compiuti progressi verso la piena occupazione”, certificati dai dati di ottobre, hanno portato la Fed a decidere di “accelerare sul tapering”, che potrebbe “concludersi a marzo”, in quanto in fin dei conti la crescita economica in atto è tale “che non ha più bisogno di aiuti”, ha spiegato ancora il governatore durante la conferenza stampa al termine della riunione della Fed

Una riunione che ha portato in dote anche una revisione delle stime sull’incremento del Pil e della spirale inflazionistica negli Usa per l’anno in corso e nel breve e medio termine.

Ebbene, la Fed ha rivisto in lieve calo le stime di crescita portandole al 5,5% nel 2021, mentre le previsioni sono in rialzo per il prossimo anno (al 4%) e ridotte al 2,2% per l'anno successivo. In netto rialzo, invece, le previsioni per quanto riguarda l'inflazione: 5,3% a fine 2021, 2,6% nel 2022 e 2,3% nel 2023. Per quanto riguarda invece i tassi d’interesse, dai dot plot (le intenzioni dei membri del Fomc) emerge che la Banca centrale statunitense ipotizza tre rialzi nel prossimo anno e altrettanti nell’anno successivo. 

Tornando al tapering, a partire dal prossimo gennaio, si procederà ulteriormente a ridurre il ritmo mensile degli acquisti di titoli del Tesoro, portandoli ad almeno 40 miliardi di dollari al mese, mentre gli acquisti di titoli garantiti da ipoteche di agenzie saranno pari ad almeno 20 miliardi di dollari al mese (quindi un ulteriore raddoppio rispetto a quanto deciso in questa riunione). 

Tuttavia, avverte la Fed, "siamo pronti ad aggiustare il ritmo degli acquisti in base ai cambiamenti nelle prospettive di crescita economica" e in base all’andamento dell’inflazione, il cui balzo non è stato provocato "dalla crescita dei salari", ha spiegato Powell. 

Su tutto permane l’ombra del coronavirus e della nuova variante Omicron, da “cui continua a dipendere il percorso dell’economia” anche se “le persone, ondata dopo ondata, stanno ormai imparando a conviverci". 

Sulla spinta della Federal Reserve, Wall Street ha chiuso in netto rialzo la terza seduta settimanale. Il Dow Jones finale si è assestato a quota 35.927 punti, in crescita dell'1,08%, l'S&P 500 è salito dell'1,64% a 4.710 punti, mentre il Nasdaq ha guadagnato il 2,15% terminando a quota 15.565 punti. Sul fronte azionario in evidenza soprattutto i titoli del comparto tecnologico, con Intel a +1,95%, Cisco +3,74%, Microsoft +1,92%, Apple ha ripreso a correre con un +2,85% a 179,30 dollari per azione.