Usa, le imprese private chiedono ai lavoratori di essere vaccinati

Licenziati in tronco tre dipendenti della CNN senza le prove di vaccinazione

di Daniele Rosa
Economia
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Le grandi aziende degli Stati Uniti stanno iniziando a richiedere ai propri lavoratori di vaccinarsi contro il Covid-19, e adesso lo fanno senza più richiederlo come “segno di buona volontà” da parte dei lavoratori ma come obbligo “senza condizioni”.

 

Le realtà industriali americane, preoccupate dall'aumento dei casi di Coronavirus nel Paese, 100.000 contagi al giorno, stanno cominciando ad applicare le regole federali nei confronti dei propri dipendenti.

I dipendenti pubblici e gli operatori sanitari in stati come New York sono stati i primi a dover mostrare test settimanali o le vaccinazioni completate. Adesso anche il settore privato comincia ad adeguarsi.

Nonostante che metà della popolazione americana sia completamente vaccinata, ci sono ancora più di 90 milioni di persone che non hanno avuto o voluto nemmeno una dose e questo vuoto rappresenta un pericolo per tutto il paese.

"Gli ordini di vaccinarsi sono legali, etici ed efficaci. Salvano vite. Può essere difficile ordinarli a livello federale, ma il settore privato può farlo e sicuramente avranno un impatto positivo sul trend di vaccinazione” ha confermato l'ex ambasciatore degli Stati Uniti Neil Parsan, direttore della società Parsan Cross Global Strategic Advisors e consulente di diverse organizzazioni internazionali.

 

Tra le compagnie più severe c'è United Airlines, che questa settimana ha ordinato al suo staff di 67.000 lavoratori negli Stati Uniti di fornire la prova della completa immunizzazione al più tardi entro la fine di ottobre, con eccezioni per motivi di salute o religione.

Allo stesso modo, il gigante della carne Tyson Foods, con 120.000 dipendenti e meno del 50% del personale immunizzato dopo mesi di sforzi, ha anche detto ai suoi lavoratori che devono essere vaccinati prima del 1 novembre come "condizione per poter lavorare in azienda”.

Ma fino ad ora la maggior parte delle aziende è stata molto flessibile e sta richiedendo il vaccino solo a una parte della propria forza lavoro, soprattutto a quella che va in ufficio.

La catena di grandi magazzini Walmart, esempio, il più grande datore di lavoro negli Stati Uniti con 1,5 milioni di dipendenti, lo sta richiedendo solo a coloro che lavorano negli uffici aziendali ma non a chi opera nei  negozi.

Alcune grandi banche, tra cui JPMorgan, Wells Fargo, Goldman Sachs e Morgan Stanley, hanno richiesto il vaccino come requisito per recarsi in ufficio, ma hanno approcci diversi per coloro che non vogliono o non vogliono rivelare il proprio stato. In alcuni casi consentono di indossare mascherine oppure permettono ancora il lavoro a distanza.

Ovviamente il rischio di perdere il lavoro se non si dimostra di essere stati vaccinati ha già sollevato un dibattito che , in alcuni casi, è arrivato in ambito legale. Il caso più eclatante al momento è stato quello presentato da più di cento lavoratori contro lo Houston Methodist Hospital.

Il tribunale ha obbligato l'ospedale a richiedere il vaccino ai suoi lavoratori. Questi hanno sostenuto che i vaccini avevano un’autorizzazione di emergenza e non ancora la piena autorizzazione delle autorità di regolamentazione. Per questo dubitano della loro sicurezza.

Ma la piena autorizzazione, soprattutto per Pfizer-BioNTech e Moderna, è prevista a breve e scardinerà di fatto tutti i rilievi dei lavoratori.

La tolleranza zero ha portato al licenziamento di tre dipendenti della CNN che non avevano la documentazione vaccinale richiesta.

E la battaglia sul piano legale delle grandi imprese americane è appena cominciata. I non vaccinati saranno costretti a prendere coscienza molto velocemente che il vaccino ormai diventerà una condizione essenziale per poter lavorare.