Val Venosta invasa dai pesticidi, dalle mele alle montagne: è allarme

Il Val Venosta è la principale zona di coltivazione di mele in Europa, con una produzione annuale di circa 935 mila tonnellate di mele e un fatturato di 483 mln

di Redazione Economia
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Pesticidi in Val Venosta, uno studio ne rivela la presenza anche in aree protette

Una ricerca recentemente pubblicata su Nature, condotta congiuntamente dall'Università di Kaiserslautern-Landau in Germania e dall'Università di Risorse Naturali e Scienze della Vita di Vienna, ha gettato nuova luce sull'impiego di pesticidi in Val Venosta. Lo studio, che segue le denunce dell'Istituto indipendente per l'ambiente di Monaco (Umweltinstitut) nel 2023, ha svelato una realtà preoccupante riguardo all'inquinamento da pesticidi in una delle aree agricole più importanti d'Europa.

L'indagine ha coinvolto 11 aree che si estendono dalla base della valle fino alle vette montuose, includendo 97 pesticidi comunemente utilizzati (CUP). I campioni sono stati prelevati in 53 siti della valle, nota per essere la principale zona di coltivazione intensiva di mele in Europa, con oltre 7.000 coltivatori che producono il 10% delle mele europee. I risultati hanno rivelato la presenza di 27 pesticidi diversi nei meleti, tra cui insetticidi, fungicidi ed erbicidi.

L'inquinamento da Cup tende a diminuire con l'altitudine, ma sono stati rinvenuti residui anche in zone protette come il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco Naturale Gruppo di Tessa. Inoltre le condizioni meteorologiche della Val Venosta, con venti stagionali e correnti termiche, favoriscono il trasporto aereo di pesticidi in tutta la valle, contaminando il territorio fino alle vette montuose.

Il maggiore numero di Cup è stato rilevato nei prati del fondovalle vicino ai meleti, con 12 pesticidi nel suolo e 13 nella vegetazione. Ciò che preoccupa particolarmente sono le miscele di residui, presenti nel 26% dei campioni di suolo e nel 98% dei campioni di vegetazione. Questi "cocktail" di pesticidi rappresentano una minaccia ecologica e potenzialmente dannosa per la salute umana, con effetti negativi già evidenti sugli organismi viventi.

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Lo studio ha valutato l'esposizione ai pesticidi in habitat critici per gli insetti, come il suolo (dove molti insetti scavano i propri nidi) e la vegetazione (habitat e fonte di cibo per insetti erbivori). È inoltre importante notare che le aree con la più alta densità di farfalle sono anche quelle con minori residui di Cup, suggerendo un impatto diretto sull'ecosistema.

L'intensiva coltivazione di mele ha reso la Val Venosta una regione economica di rilievo, con una produzione annuale di circa 935 mila tonnellate di mele e un fatturato di 483 milioni di euro. Tuttavia, questo modello ha portato a un'eccessiva dipendenza dai pesticidi, compromettendo la biodiversità e la salute dell'ambiente.

Il dibattito sulla presenza dei pesticidi in Val Venosta è stato oggetto di tensioni sociali e politiche. Nel 2014, un plebiscito a Malles ha approvato il divieto di utilizzo dei fitofarmaci, ma una decisione del Consiglio di Stato di quest'anno ha annullato tale ordinanza, riaprendo la strada all'uso dei pesticidi.

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