Viaggi spaziali, l'Italia torna in orbita: in missione a settembre con Virgin

Un equipaggio italiano, in base a un accordo del 2019 tra l'Aeronautica Militare e Virgin Galactic, salirà in orbita al fine di effettuare diversi studi

Richard Branson
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L’Italia torna nello spazio. Il primo equipaggio europeo che salirà a bordo di Virgin Galactic per il volo suborbitale che decollerà dallo Space Port della compagnia nel deserto di Las Cruces in New Mexico, tra fine settembre e inizio ottobre, sarà italiano. Come riporta il Sole24Ore, a comporre l’equipe saranno 2 ufficiali dell’Aeronautica Militare e un ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) il cui compito sarà quello di effettuare diversi esperimenti, dal campo della medicina fino alla fisiologia del volo spaziale.

Dunque, si concretizza l'accordo firmato nell'ottobre del 2019 con l'Aeronautica Militare, che per Virgin Galactic segna la sua prima missione privata con scopi scientifici. Il volo dell’agenzia spaziale firmata Virgin verrà effettuato a bordo della navicella SpaceShipTwo a sei posti, progettata per far volare sia passeggeri sia i payload nello spazio per scopi turistici e di ricerca, dal momento che oggi la tecnologia offre la possibilità di condurre attività di studio in alta atmosfera.

La missione di Virgin Galactic si compone della navicella che dopo il rilascio dall’aereo madre (carrier) attorno ai 15 chilometri di altezza, accende il suo propulsore lanciando SpaceShipTwo verso le quote suborbitali, fino a superare per brevi periodi la cosiddetta linea di Karman a 100 chilometri dalla terra, il limite tra spazio aereo in atmosfera e spazio extra-atmosferico.

Durante il volo spaziale suborbitale, in seguito allo spegnimento del motore, i ricercatori potranno condurre gli esperimenti in condizioni di microgravità, difficilmente realizzabili a terra. Si rientra poi in atmosfera per discendere e atterrare verso lo spazioporto del New Mexico.

Verso i voli suborbitali in Italia

“L’Aeronautica Militare, con il prossimo volo suborbitale potrà acquisire importanti expertise per poter replicare questa forma di volo anche sul territorio nazionale”, ha commentato il colonnello Marco Galgani, vice capo Ufficio Generale per lo Spazio dell’Aeronautica Militare.

A questo scopo, l’Aeronautica Militare collaborerà con Enac e Asi (l’Agenzia Spaziale Italiana, ndr) per raggiungere questo ambizioso risultato nel più breve tempo possibile. “Sulla navetta della Virgin Galactic”, ha aggiunto Galgani, “verranno condotti in volo 13 esperimenti scientifici e di medicina aeronautica in condizioni di microgravità”.

Lo spazioporto di Grottaglie

La possibilità di effettuare voli spaziali commerciali in Italia ha già una cornice all’interno dell’aeroporto di Taranto Grottaglie dal momento che l’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) lo ha designato quale spazioporto Nazionale.

Da qui partiranno i voli suborbitali italiani la cui sperimentazione è prevista a partire dal 2023, come ha riferito di recente il direttore dell'Enac, Alessio Quaranta. Ancora una volta, dietro il progetto italiano c’è la collaborazione con Virgin Galactic che nel 2018 firmò un memorandum con Altec (la joint venture tra Thales Alenia Space Italia e l'Agenzia spaziale italiana) per realizzare anche in Italia uno spazioporto e voli suborbitali sull'esempio del sistema SpaceShipTwo e del vettore WhiteKnightTwo.

Lo Spazio al servizio delle PMI

Come scrive il Sole24Ore, il Commercial Space Flight è dunque destinato ad assumere sempre più importanza per le applicazione che di esso verranno fatte nell’economia reale. Un esempio è la collaborazione di Thales Alenia Space Italia con la società americana di Houston, Axiom Space, che sta progettando la messa in orbita di una stazione spaziale per usi commerciali i cui i moduli pressurizzati della stazione saranno costruiti anche dalla società italiana.

Sempre con Axiom Space rientra l’accordo di collaborazione tra l'Aeronautica Militare e la regione Emilia Romagna per definire contratti di fornitura con le piccole e medie imprese della regione per il completamento dei moduli che andranno a costituire la nuova stazione spaziale. In futuro per crescere ci sarà sempre più bisogno di Spazio.

Il clamore suscitato dai viaggi spaziali dei due tra gli uomini più ricchi della terra, sir Richard Branson e Jeff Bezos, patron di Amazon, ha acceso l’entusiasmo sulle prospettive più o meno futuristiche del turismo spaziale.

Virgin Galactic di Branson e Blue Origin di Bezos per primi hanno inaugurato questa era, vendendo i biglietti super costosi a potenziali viaggiatori spaziali: per la modica cifra di 450 mila dollari diverse centinaia di potenziali viaggiatori (secondo la compagnia) si sono messi in fila pronte a salire a bordo di Virgin Galactis. È stata un’asta invece ad assegnare il posto per un viaggio su Blue Origin, il primo assegnato per 28 milioni di dollari a un offerente anonimo che all’ultimo momento si è ritirato.

Space economy “privata”

Aldilà dei risultati, l’aspetto rilevante di queste spedizioni è il potenziale impatto sulla Space Economy e di come i privati potranno utilizzare lo spazio, finora riservato ai governi. Un esempio è SpaceX di Elon Musk, meno interessato al turismo spaziale e più concentrato sul volo degli astronauti della Nasa verso la Stazione Spaziale Internazionale e sul piano di un suo ritorno sulla luna, oltre ai servizi internet attraverso la costellazione satellitare di Starlink. La privatizzazione dello spazio è un campo molto più ampio del turismo spaziale e apre scenari geopolitici che dalla terra si riversano tra costellazioni e pianeti.

Quanto vale il turismo spaziale

Alimentato in gran parte dalla ricchezza personale di pochi individui, il settore del turismo spaziale sta accelerando, ma rimane una piccola costola della Space economy stimata in 900 miliardi di dollari entro la fine del decennio dagli analisti di Ubs. In questa prospettiva, il safari lunare rappresenta circa il 5% ovvero 4 miliardi di dollari entro il 2030, una cifra destinata a crescere quando hotel, compagnie aeree e tour operator annunceranno i loro piani di sviluppo.

Al momento le priorità sono altre a cominciare dalla ripresa post-Covid. In questa fase iniziale, soltanto pochi viaggiatori con alta potenzialità di spesa possono permettersi un’esperienza così stravagante: il costo del biglietto può andare da un minimo di 5mila dollari per il viaggio in assenza di gravità, ai 450mila dollari per il volo suborbitale alla Branson e Bezos, fino alla costosa camminata sulla luna valutata 150 milioni di dollari.

Prezzi destinati a scendere con l’aumento della domanda e l’entrata di nuovi operatori. Del resto, il suo sviluppo viene paragonato all’aviazione commerciale che data poco più di un secolo e iniziò con pochi voli e biglietti molto costosi. Bisogna aspettare l’avvento delle compagnie low-cost negli anni 90 per rendere il volo aereo accessibile a tutti.

Comunque, se i nomi di Branson e Bezos servono per attirare i titoli dei giornali, saranno gli investitori a decidere se buttarsi nell’avventura celeste. Virgin Galactic è stata la prima e l’unica finora a quotarsi a Wall Street nel 2017 e da allora il titolo è salito del 152 per cento. In controtendenza durante la crisi del Covid al punto che Branson ha ceduto alcune quote per sostenere le sorti della sua compagnia aerea, la Virgin Atlantic.

Ma dopo il primo volo del luglio scorso, il titolo è crollato del 40%, un segnale che gli investitori non si attendono altre novità per una società che nel secondo trimestre ha registrato una perdita di 84 milioni di dollari. Secondo Ubs, le previsioni per Virgin Galactic sono positive e si stimano 3.600 passeggeri entro il 2025 con un fatturato di 650 milioni di dollari...

E le società fanno funding

Approfittando dell’ondata di interesse, molti investitori fanno funding come nel caso di Space X di Elon Musk, valutata 36 miliardi di dollari e interamente finanziata da società di private equity. I fondi servono per finanziare i suoi progetti: come Crew Dragon per il trasporto degli astronauti della Nasa sulla Stazione spaziale internazionale ma anche per turismo; Starlink la costellazione di satelliti lanciati per gestire le informazioni internet e immagazzinare dati e Starship la nuova generazione di navicelle per il volo spaziale commerciale.

Fra chi è interessato a portare gli astronauti della Nasa sulla luna c’è anche Blue Origin di Bezos in concorrenza con Elon Musk. Al punto che il patron di Amazon ha aperto un’azione legale contro la Nasa perché a suo parere avrebbe favorito il progetto di Space X a scapito della sua creatura. Un contenzioso che in questo caso sarà risolto sulla terra e non sulla luna.