Vincent Bollorè, festa d'addio: l'impero mediatico ai figli Yannick e Cyrille

La contestazione del collettivo "Stop Bollorè": "Questa concentrazione va contro i principi democratici della nostra storia"

Vincent Bollorè, a 69 anni, ha deciso di lasciare ai figli la gestione del suo impero mediatico (Imagoeconomica)
Economia
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La festa per la successione del "Rupert Murdoch francese"

Vincent Bollorè, 69 anni, ufficializza il passaggio del timone del suo impero mediatico ai figli: Yannick, presidente del Consiglio di sorveglianza di Vivendi, e a Cyrille, Ceo del gruppo Bolloré. Sarà Ergué-Gabéric, il paesino nei pressi di Quimper dove nel 1822 la storia del gruppo Bollorè è iniziata, ad ospitare la festa. Si partirà da una messa nella cappella di Kerdévot per poi proseguire con un pranzo nel maniero della famiglia, con circa 100 invitati-VIP. E, se non fosse stato per il Covid-19, gli ospiti sarebbero stati addirittura 700, come rivelato dall’entourage del “Rupert Murdoch francese”, come molti lo chiamano in Patria. Bolloré ha deciso di trasferirsi in un hotel particulier a Boulevard de Montmorency, acquistato alcuni anni fa.

La contestazione del collettivo "Stop Bollorè"

Saranno quindi i figli a gestire un impero mediatico del quale fanno parte Canal+, il canale all news Cnews, C8 e gli asset del gruppo Lagardère: il Journal du Dimanche (Jdd), Paris Match, la casa editrice Editis, la radio Europe 1. Una vera e propria corazzata, che suscita ammirazione, ma anche dure critiche. Si chiama infatti “Stop Bolloré” il collettivo costituito lo scorso dicembre da sindacati (Cgt, Cfdt, Snj), associazioni (Attac, Solidaires), media (Les Jours, Politis, Reporterre..) e esponenti della sinistra, dal quale è partita una denuncia decisamente piccata: “Solo nel mondo dell’editoria, presto controllerà oltre il 70% dei libri di testo scolastici, metà dei tascabili, un centinaio di case editrici, con un quasi monopolio sulla distribuzione dei libri. Questa concentrazione mediatica è senza precedenti nella nostra storia. Ribalta tutti i principi democratici garantiti dalla seconda guerra mondiale, e tutti i progressi nella libertà di stampa, nel diritto all’informazione e nei media. Davanti ai nostri occhi increduli si sta svolgendo una rivoluzione retrograda che dobbiamo con urgenza impedire”. Secondo i suoi detrattori, l’impresa di Bollorè è “ volta ad usare il potere economico per controllare l’informazione, al fine di acquistare potere politico e instaurare un’egemonia liberticida e antidemocratica”.

 

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