Vino italiano, il 2023 un anno da dimenticare. E la Francia ci ha sorpassati

Addio al record dell'export, al primato produttivo e al boom dei consumi. Una delle vendemmie più scarse dal secondo dopoguerra

di Redazione Economia
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Vino italiano, è andato tutto storto nel 2023. Anno da cancellare

Si è concluso uno degli anni peggiori per il vino italiano, una vendemmia da dimenticare quella del 2023, piena di imprevisti di ogni genere. Addio al record dell'export, al primato produttivo e al boom dei consumi in un colpo solo. L'anno che si è appena concluso lascia in dote al vino italiano più carbone che zucchero. Le imprese vitivinicole hanno vissuto un anno in apnea, per molti da dimenticare. Si sperava - si legge su gamberorosso - nel turismo per far ripartire definitivamente il canale del fuori casa e far dimenticare del tutto gli anni pandemici, ma l'inflazione e il caro vita hanno ridotto gli entusiasmi; si sperava nelle esportazioni per gestire le troppe giacenze ma i Paesi più importanti non hanno brillato e anche gli spumanti non sono più una locomotiva.

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Ci ha pensato la peronospora a tagliare la produzione e rimettere in equilibrio una filiera con troppi stock, ma invece che usare le forbici ha usato l'accetta. Da subito è stato chiaro che non sarebbe stata - prosegue gamberorosso - un'annata da incorniciare, né tantomeno abbondante. La colpa è principalmente della peronospora che ha colpito i vigneti di mezza Italia e che si è sviluppata in seguito alle piogge primaverili. In alcune zone, la grandine ha fatto il resto. Le prime stime parlano di un -12% con una produzione che si fermerebbe a 44 milioni di ettolitri, ma più avanti si va più diventa chiaro che la situazione è peggio del previsto: si andrà sotto i 40 milioni di ettolitri (-24%). Non succedeva da 80 anni. E la Francia diventa primo produttore.