Wall Street scappa dal mercato immobiliare cinese. Venti di burrasca a Pechino

La crisi immobiliare cinese continua ed è boom della disoccupazione giovanile

di Antonio Amorosi
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Economia

Mercato immobiliare cinese: ci vorranno dai 4 ai 6 anni per riprendersi

Wall Street scappa dal mercato immobiliare cinese che da tempo sta affrontando una crisi portentosa, visti i tassi di crescita ai quale aveva abituato gli investitori. La condizione scatenata da una serie di insolvenze e problemi finanziari, tra le maggiori compagnie immobiliari del Paese, ha radicalmente messo sotto choc il Dragone e non solo. Lo scenario ha contribuito a un aumento record del tasso di disoccupazione giovanile in Cina.

Secondo la società americana ITIF, Information Technology & Innovation Foundation, ad aprile di quest’anno il 20,4% della popolazione cinese, di età compresa tra 16 e 24 anni (esclusi gli studenti a tempo pieno), era disoccupata, il tasso più alto da quando il governo cinese ha iniziato a monitorare le statistiche nel 2018. A maggio il New York Times titolava: “1 giovane cinese su 5 è disoccupato e altri milioni stanno per laurearsi”. Investitori USA ed europei stanno ritirando i loro capitali dal mercato immobiliare cinese.

Il settore non cresce più come negli ultimi 15 anni. Il Dragone ha vissuto un tasso di sviluppo medio annuo del 10%, ma è un dato al ribasso, considerando la crescita totale stimata intorno al 317,7%, cioè il settore è più che triplicato nell’arco di tre lustri.

La crisi ha avuto un impatto sostanziale non solo sull'economia cinese, ma anche su quella dei mercati finanziari USA ed europei.

Il settore sta affrontando un aumento dei pignoramenti e dei default dei costruttori immobiliari, che ha scatenato un effetto valanga influenzando negativamente la società. Tra gli eventi più disastrosi il default di Evergrande Group, uno dei crac più significativi nel settore immobiliare cinese. Nella prima metà del 2023, Evergrande Group, tra i maggiori sviluppatori immobiliari del mondo, ha riportato una perdita netta ridotta a 33 miliardi di yuan (circa 4,53 miliardi di dollari), in confronto ai 66,4 miliardi di yuan persi nello stesso periodo dell'anno precedente.

In difficoltà anche lo sviluppatore immobiliare Country Garden, le società Kaisa Group, Sinic Holdings, Modern Land e Fantasia Holdings che avrebbe nel 2021 mancato il pagamento di un'obbligazione da 206 milioni di dollari USA, andando verso il default.

Lo scenario incerto ha imposto al governo cinese una regolamentazione sui limiti dei debiti che le società possono avere, per contenere l'alto indebitamento nel settore.

Il limite di debito, introdotto nell'agosto 2020, è stato imposto dal governo con la denominazione "Tre linee rosse". Questa regola è stata concepita introducendo tre parametri finanziari da rispettare: un rapporto equilibrato debito-liquidità, un rapporto debito-equity e un rapporto debito-attivo dell’azienda. Le misure hanno avuto un impatto significativo soprattutto sulle società fortemente indebitate come Evergrande, limitando la loro capacità di prendere in prestito ulteriori fondi.

Però secondo gli analisti e gli economisti intervistati da Reuters, il mercato immobiliare cinese nel 2023 si prevede in graduale ripresa anche se il settore resta debole. I prezzi delle nuove abitazioni sono previsti in calo nella prima metà del 2023, per poi aumentare dell'1,0% nell'intero anno. Le vendite di proprietà dovrebbero diminuire più lentamente con il passare dell'anno. Queste previsioni tengono conto di ulteriori misure di stimolo che lo Stato dovrebbe immettere nell’economia nazionale. Anche se ci vorranno, scrivono gli analisti americani, dai 4 ai 6 anni per riprendersi.

Gli investitori internazionali, tuttavia, potrebbero continuare ad adottare un atteggiamento di attesa all'inizio del 2023, nonostante l'allentamento della politica "zero-COVID" della Cina. All’orizzonte si prevede uno spiraglio positivo anche se la situazione va valutata con i dati economici reali prima di tornare ad investire in maniera potente. Si prevede inoltre che ci sia un certo livello di aggiustamento dei prezzi nel settore logistico. Gli investitori sono diventati più selettivi in termini di localizzazione, ipotesi di crescita e strategie di uscita. Di conseguenza, i gestori si preparano ad adottare un approccio di valutazione più conservativo per fornire una maggiore protezione dal rischio per i propri capitali investiti.

 

 

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