Whirlpool rifiuta le 13 settimane di cassa Covid. Tutti licenziati a Napoli

Dopo Gianetti Ruote e Gkn, nuova grana dal fronte lavoro sul tavolo del Governo dopo lo stop al blocco dei licenziamenti

di Andrea Deugeni
Lapresse
Economia
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Niente da fare: al via i licenziamenti anche per i 359 operai della fabbrica Whirlpool di via Argine a Napoli. Il colosso americano degli elettrodomestici ha rifiutato le 13 settimane di cassa integrazione del decreto fisco e lavoro messe a disposizione dal Governo per il sito chiuso il 30 ottobre 2020, stop a seguito del quale solo il blocco normativo emergenziale durante la pandemia aveva impedito i licenziamenti che il gruppo aveva poi annunciato per il primo luglio. Una volta cioè scaduto il divieto generalizzato in vigore da febbraio 2020. Le 13 settimane di cassa integrazione, che non comportano ulteriori costi per gli americani, avrebbero dato ulteriore tempo alla controllata del Mef Invitalia per la ricerca di un nuovo investitore (si fa il nome di Hitachi) con cui costruire un piano di rilancio per lo stabilimento e le maestranze. 


La viceministra dello Sviluppo economico Alessandra Todde

"Dopo lunga riflessione abbiamo deciso di avviare la procedura di licenziamento collettivo. Siamo consapevoli della nostra scelta. Restiamo il più grande investitore e produttore di elettrodomestici in Italia", ha gelato la viceministra dello Sviluppo economico, Alessandra Todde e le parti sociali l’amministratore delegato di Whirlpool per l’Italia Luigi La Morgia al tavolo al Mise. Una vertenza che va avanti da maggio 2019 e in cui nell’ultimo incontro di una settimana fa l’azienda a stelle e strisce aveva chiesto un'altra settimana di tempo per decidere se utilizzare o meno le 13 settimane aggiuntive di cassa integrazione, impegnandosi a non prendere iniziative unilaterali fino all’incontro di oggi, avviando i licenziamenti collettivi.


 

La procedura, resa necessaria per il gruppo che non riesce a spostare su Napoli la domanda produttiva proveniente da altre aree, però "dal nostro punto di vista non deve essere una pregiudiziale" per l'individuazione di un'alternativa per il sito ha aggiunto il numero uno di Whirlpool Italia La Morgia. "Nel caso in cui l'alternativa venisse individuata nei 75 giorni - ha proseguito il top manager - siamo pronti a discuterne. Nell'ambito della procedura vogliamo confermare la nostra intenzione di prolungare la possibilità di accedere a un pacchetto di incentivazione, che già oggi stiamo offrendo nel piano sociale in essere e pari a 75 mila euro a persona (per gli esodi, ndr), e in parte stiamo già eseguendo dando l'opportunità a persone che lavorano nel sito di Napoli di trasferirsi nel sito di Cassinetta. Confermiamo la nostra disponibilità proporre trasferimenti all'interno del gruppo” che in Italia, dopo l’acquisizione del gruppo Indesit nel 2014 dalla famiglia Merloni, conta circa 6 mila dipendenti.

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La Morgia ha poi riassunto le tappe della vertenza: "Questo è un tavolo aperto da circa 26 mesi, dal 3 maggio 2019. In questi 26 mesi sono successe diverse situazioni. Alcune imprevedibili, come la pandemia. Ci sono state interlocuzioni nell'interesse di trovare delle alternative con il coinvolgimento di tutte le parti. Durante questo periodo, nell'ottobre del 2019 abbiamo dato riscontro alla richiesta del Governo di prolungare le attività su Napoli di 6 mesi fino a marzo 2020 e con un ulteriore tavolo abbiamo allungato la produzione fino a ottobre 2020. Poi abbiamo annunciato il fermo della produzione. Nel contempo la normativa ha imposto legalmente di non poter procedere con i licenziamenti. Dopo una riflessione durata una settimana, molto intensa, abbiamo deciso di avviare la procedura di licenziamento collettivo, che offre 75 giorni per continuare il dialogo e il confronto”. 


La segretaria generale della Fiom Francesca Re David

La Fiom ha dichiarato “guerra”. "Richiamiamo l'azienda alle sue responsabilità. L'avvio della procedura di licenziamento interrompe il dialogo. E' necessario utilizzare tutti ammortizzatori sociali necessari, rispettando così l'avviso comune siglato da Cgil-Cisl-Uil. Per quanto ci riguarda se Whirlpool mette in campo azioni offensive, sarà guerra”, ha tuonato Barbara Tibaldi, segretaria nazionale delle tute blu di Corso d’Italia.

"La narrazione che siete stati buoni e avete portato pazienza, ce la potevate risparmiare. Per 26 mesi non abbiamo preso tempo come dice La Morgia, abbiamo lottato per tenere aperto lo stabilimento di Napoli. Whirlpool in questi 26 mesi ha triplicato i profitti realizzando 5 milioni di prodotti", ha spiegato la sindacalista. Che ha concluso: ”Le lavoratrici e i lavoratori hanno tenuto aperto lo stabilimento di Napoli e ciò ha permesso a Whirlpool di guadagnare di più nonostante la pandemia". 

I 359 della Whirlpool vanno ad aggiungersi ai 574 operai mandati a casa via mail appena sbloccati i licenziamenti: 152 dipendenti della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, in Brianza, e i 422 della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze). Tavoli che verranno affrontati separatamente al Mise dopo che il Governo ha deciso di convocare le multinazionali. 

Lo sblocco dei licenziamenti dal primo luglio dopo quasi 500 giorni fa temere l’effetto valanga e questo nonostante l'esecutivo, sindacati e Confindustria lo scorso 29 giugno abbiano trovato un accordo che impegna le aziende a utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione. Impegno che Whirlpool ha deciso di disattendere. A incontro finito, la viceministra Todde ha fatto sapere che riconvocherà l'azienda nelle prossime settimane, ma i lavoratori hanno dato il via alla protesta.

@andreadeugeni