Yacht sequestrati agli oligarchi russi: ci costano 40 mln di dollari all'anno
Nel porto di Marina di Carrara è fermo da mesi anche lo yacht dello "zar" Vladimir Putin
La manutenzione degli yacht confiscati agli oligarchi russi costa 40 milioni di dollari all'anno all'Italia
In seguito all'invasione dell'Ucraina, le sanzioni contro la Russia hanno incluso anche il sequestro di diversi mega-yacht. Secondo l'analisi di Bloomberg, però, le conseguenze sono molto onerose per l'Italia, che spende ben 40 milioni di dollari all'anno per la manutenzione. Il sequestro, pur essendo "un successo di immagine per i governi occidentali", da un punto di vista finanziario "è un disastro totale".
"La maggior parte di queste mega-imbarcazioni immobilizzate prosciuga denaro e in alcuni luoghi, ma non in tutti, quei soldi provengono dai contribuenti". Secondo Bloomberg, mantenere in funzione uno yacht può costare dal 10% al 15% del suo valore, una "tassa per la vanità" che i ricchi pagano volentieri ma che si può rivelare un salasso per i contribuenti.
I conti sono presto fatti: gli yacht sono meno costosi da mantenere quando non navigano in mare; ma anche utilizzando una stima minimale del 3% del valore di una nave, i governi italiano e statunitense pagheranno più di 50 milioni di dollari all'anno per mantenere le loro flotte di megayacht fermati.
"Fonti portuali in Francia e Spagna sostengono che non sono i contribuenti ma gli stessi proprietari a coprire i costi dei loro yacht, ma considerate le sanzioni sembra improbabile che tale accordo permanga visto che la guerra continua e che i beni rimangono congelati".
In Italia sequestrato anche lo yacht di Vladimir Putin
Le autorità italiane hanno sequestrato almeno quattro superyacht, di cui uno che, secondo i giornalisti del team del dissidente Alexej Navalny, appartiene al presidente russo, Vladimir Putin: una nave praticamente, del valore di 650 milioni di dollari, con due eliporti e una piscina che può essere trasformata in pista da ballo. Lungo oltre 140 metri, è fermo da mesi nel porto di Marina di Carrara. Al porto di Imperia c'è la "Lady M", di proprietà dell'oligarca Andrei Mordashov, a Sanremo è ormeggiata la "Lena" di Gennady Timchenko, mentre il porto di Trieste ospita l'imbarcazione denominata "Sy A" (Sailing Yacht A) del miliardario russo Andrey Melnichenko, la barca a vela più grande al mondo e, proprio per questo, una delle navi che necessita di una manutenzione più frequente e dispendiosa: vale 550 milioni di dollari e ha un albero maestro più alto del Big Ben e una capsula di osservazione subacquea di vetro.
Secondo Bloomberg, la manutenzione dello yacht Amadea sequestrato dalle autorità statunitensi e presumibilmente di proprietà del miliardario russo Suleiman Kerimov, viene effettuata a spese dei contribuenti americani e può arrivare a 10 milioni di dollari l'anno. Amadea è un superyacht del valore di 325 milioni di dollari, ormeggiato nel porto di San Diego da giugno e inutilizzato: è lungo 348 piedi e ha sei ponti.
Gli Usa sostengono che il proprietario è un oligarca russo che è stato sanzionato, come provato dai suoi recenti acquisti di "un nuovo forno per pizza e moto d'acqua superveloci". "A bordo c'erano già due pianoforti a coda (uno dipinto a mano), una piscina a mosaico di 32 piedi e quella che potrebbe essere una delle ultime uova Fabergé rimaste, commissionate dalla famiglia imperiale russa e del valore di milioni di dollari".
Secondo Bloomberg, tutto questo 'bendidio' è ora "sotto le cura dei contribuenti americani". "E un superyacht richiede molte cure. Non è infatti possibile lasciarlo attraccato e incustodito" in attesa che la guerra finisca. "L'acqua salata e l'umidità causano ruggine e muffa a meno che l'aria condizionata non sia accesa. Amadea ha sistemi autonomi di generazione elettrica e per desalinizzare la propria acqua, ma questi sistemi devono essere mantenuti. Le eliche devono essere azionate regolarmente per prevenire l'accumulo dei cirripedi. Lo yacht deve essere lavato settimanalmente per evitare l'accumulo di sporco che potrebbe danneggiare l'esterno e richiedere un lavoro di riverniciatura del costo multimilionario. Le cime di ormeggio devono essere monitorate in modo che non si rompano quando venti e correnti sono forti. Normalmente gestito da un equipaggio di 33 persone, Amadea ne ha ancora bisogno di almeno la metà, tra ingegneri e addetti al ponte, che ruotano a bordo, pronti a intervenire in caso di fuoriuscite di carburante o incendi".
I costi richiedono anche il pagamento di un'assicurazione milionaria e in più le tasse di attracco (quasi mille dollari al giorno, già arrivati a oltre 120mila dollari). Il costo annuale per mantenere Amadea in porto dunque viene calcolato in circa 10 milioni di dollari.
L'Ucraina stima che il costo della ricostruzione del Paese distrutto (strade, ponti, case, fabbriche, rete energetica) sia di 750 miliardi di dollari. Dove trovare i soldi? Il Congresso Usa, ma anche l'Ue stanno cercando di capire se poter utilizzare le risorse russe sequestrate (gli yacht sequestrati, ma anche le ville, i conti bancari e persino le riserve congelate della banca centrale russa), ma si rischia di scatenare troppe controversie legali per via dei diritti di proprietà. Insomma, il rebus non è chiarito e intanto i super-yacht in porto costano fiumi di denaro.