Elezioni Liguria, poi Emilia Romagna e Umbria: non destabilizzeranno il quadro politico. Economia e sicurezza, i nodi del governo Meloni
Microcriminalità dilagante e immigrazione fuori controllo, anche se dal governo si batte sempre sullo stesso tasto: “In Italia l’immigrazione è calata”
Elezioni Liguria, poi Emilia Romagna e Umbria: non destabilizzeranno il quadro politico. Economia e sicurezza, i nodi del governo Meloni
Comunque vada, le elezioni regionali del 27 e 28 ottobre in Liguria seguite da quelle del 17 e 18 novembre in Emilia Romagna e Umbria, non destabilizzeranno il quadro politico nazionale. Tuttavia si capirà meglio l’aria che tira rispetto al governo e ai partiti che lo sostengono, idem per le opposizioni.
Intanto, stando agli ultimi sondaggi (Ipsos), sempre da prendere con le pinze, sale di due punti (44%) il gradimento per la premier Meloni e di un punto (45) quello per il suo governo mentre cala (-0,7) Fratelli d’Italia (26,8%) e, all’opposizione, perde mezzo punto (21,1%) il Pd.
Fra i temi per cui gli elettori scelgono un partito al posto di un altro, due quelli principali: l’economia e la sicurezza. In soldoni, l’economia viene misurata dal cittadino dal proprio potere d’acquisto e la sicurezza, in particolare legata alla questione dell’immigrazione illegale. Sull’economia pesa la manovra “rigorista” con insoddisfazioni degli stessi partiti di governo: la Lega ha dovuto rinunciare a quota 41, Fratelli d’Italia al taglio delle tasse sui redditi medi, Forza Italia all’aumento delle pensioni minime mandando giù la “beffa” di 3,13 euro in più al mese (da 614,77 euro a 617,90 euro), pari a 10 centesimi al giorno, cioè al 2,2% in più dell’inflazione prevista. Tanti, i settori delusi e pronti alla protesta: dai medici agli insegnanti, dagli operai agli impiegati.
Le opposizioni soffiano sul fuoco senza programmi credibili e senza una proposta politica alternativa. Così, i partiti di governo si illudono, tirando avanti con questo esecutivo che sta in piedi esclusivamente grazie alla personalità di Giorgia Meloni. Sulla sicurezza, al di là delle polemiche e delle strumentalizzazioni politiche, i dati (del ministero dell’Interno riferiti al 2022) parlano chiaro: in Italia gli stranieri rappresentano l’8,5% della popolazione ma commettono il 34,1% dei reati, una propensione alla criminalità di 4,2 volte superiore ai cittadini di origine italiana. Non solo. Il 45,5% del totale dei furti (+17,3% in un anno) e il 47,3% del totale delle rapine (+14,2%) sul territorio nazionale è commesso da stranieri. Idem per le violenze sessuali: in aumento del 10,9%.
Insomma, microcriminalità dilagante e immigrazione fuori controllo, anche se dal governo si batte sempre sullo stesso tasto: “In Italia l’immigrazione è calata” per confermare l’efficacia delle misure di contrasto dell’esecutivo. La realtà è sotto gli occhi di tutti: c’è un senso di insicurezza e di paura dei cittadini, oramai quasi ovunque in Italia. La svolta più volte annunciata di una nuova fase politica per costruire una “Italia diversa”, all’altezza delle nuove sfide nazionali e internazionali, non c’è, almeno non c’è ancora. E Meloni, il suo governo, i partiti di maggioranza, non continuino a battere sullo stesso tasto incolpando l’opposizione, ferma su una propaganda che non va oltre i propri traballanti confini. Così, su questa strada e di questo passo, Meloni e il suo governo si consumano, non reggono. In passato, anche un partito di ben altra base ideologica, politica, culturale, sociale, organizzativa come la Democrazia Cristiana, alla fine non ha retto. Non è stata solo colpa di Mani Pulite che spazzò via i partiti tranne il Pci.
I partiti, tutti, erano diventati deboli, strumenti di potere, incapaci di rigenerarsi. Ma quella magistratura all’epoca impegnata a processare e abbattere “il sistema” più che a processare singole persone per aver commesso singoli reati non può tornare a dettar legge ripetendo gli errori di allora. Oggi, i partiti restano deboli, non solo sul piano ideale, politico e organizzativo. Giorgia Meloni e, sul fronte opposto, Elly Schlein, stanno menando il can per l’aia. Così l’Italia stenta e galleggia. Ma galleggiare per galleggiare non è la soluzione per uscire dal pantano.