“Elric. La saga infinita”: continua l’avventura dell’eroe creato da Moorcock

Dopo “Elric. La saga”, è arrivato in libreria “Elric. La saga infinita”, sempre edito da Mondadori Oscar Draghi

di Chiara Giacobelli
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Due volumi, uno più bello dell’altro, viola chiaro e rosso acceso: è una dilogia quella che Mondadori, nella pregiata collana Oscar Draghi, dedica a Elric di Melniboné, l’eroe delle avventure fantasy che hanno conquistato il mondo intero grazie alla creatività di Michael Moorcock.

Secondo volume, seconda scarica di adrenalina. Le vicende appassionanti di Elric di Melniboné tornano in libreria grazie al secondo tomo della dilogia firmata da Michael John Moorcock, noto scrittore britannico di fantascienza, fantasy, realismo magico e letteratura umoristica. Il nuovo nato, uscito lo scorso giugno, si intitola Elric. La saga infinita ed è il proseguo del primo libro, Elric. La Saga, su cui noi di Affaritaliani.it avevamo già scritto un articolo.
Se nel precedente volume dalle tinte viola a cura di Massimo Scorsone, arricchito dalle illustrazioni di James Cawthorn e dalle bellissime tavole di Piotr Jablonski e Robert Gould, erano racchiusi ben sei romanzi, in questa seconda opera, sempre curata da Scorsone, il lettore potrà trovare i seguenti scritti: La Fortezza della Perla, La vendetta della Rosa, La figlia della ladra di sogni, l’Albero degli Skrayling e Il figlio del Lupo Bianco. Il tutto anticipato da un’introduzione a firma dello stesso Scorsone e dal testo critico Il tormento dell’ultimo bibliografo, pensato per fare luce sulla complicata cronologia delle opere.


 

Partiamo, però, dalle fondamenta. La saga di Elric di Melniboné, partorita dalla mente brillante di Michael Moorcock, rappresenta a livello internazionale e in via del tutto ufficiale un capolavoro del fantasy contemporaneo, che sovverte i canoni tradizionali del genere eroico. Prendendo con le pinze qualunque forma di datazione (capirete poi proseguendo la lettura perché), possiamo dire che Moorcock iniziò a scrivere il primo romanzo dedicato a Elric nel 1961, pubblicandolo due anni dopo come racconto breve sulla rivista britannica Science Fantasy; il ciclo completo, tuttavia, si sviluppa nel corso di più decenni, con una pubblicazione americana importante nel 1972, per giungere in Italia nel 1977 edito dalla Nord nella Fantacollana.

Ma chi è Elric, uno dei protagonisti più amati dagli appassionati del genere?
Sovrano albino dell’isola di Melniboné, Elric si presenta come una figura tragica, ben lontana dall’eroismo stereotipato. Anziché essere un classico guerriero vigoroso, è infatti un individuo fragile, dipendente da potenti pozioni per sopravvivere, oltre che dalla spada maledetta Stormbringer, capace di sottrarre l’anima a chi uccide. Questo genere di protagonista, che può essere visto in antitesi all’altrettanto celebre Conan Il barbaro di Roberto Howard (sempre edito da Mondadori Oscar Draghi), incarna una riflessione amara sull’ambiguità del potere e sull’inevitabile disfacimento di tutte le civiltà.

Intervistato dal New Statesman nel 1975, Moorcock dichiarò che Elric rappresentava la sua critica al conservatorismo insito nella letteratura fantasy dell’epoca: “Volevo esplorare cosa significasse essere schiavi del proprio destino, con un personaggio debole che fosse prigioniero della sua stessa forza”. Non a caso Elric non è un paladino del bene, ma un anti-eroe tormentato dai suoi demoni interiori e dalla maledizione di Stormbringer, spada tanto potente quanto infida, che diviene – un po’ al pari dell’anello di Tolkien – simbolo di dipendenza e autodistruzione.


 

La saga, che in questo caso arriva in Italia suddivisa in due tomi esteticamente molto curati e arricchiti da illustrazioni – la copertina del secondo libro è disegnata da Emanuele Scalia, mentre le tavole sono di Malleus e Robert Gould –, è ambientata in un universo complesso, il Multiverso, dove regna l’eterna lotta tra il Caos e la Legge, due forze cosmiche opposte. Elric si muove tra i due poli, rifiutando le semplicistiche dicotomie moralistiche e cercando di affermare una propria identità in un mondo che sembra, però, negargliela. La trama segue le sue vicissitudini, i tentativi falliti di salvare il suo impero decadente e la sua inesorabile discesa nella tragedia. Presenta infatti così l’opera la stessa casa editrice: «Questa è la storia delle peregrinazioni di Elric figlio di Sadric, ultimo imperatore di Melniboné, già schiavo devoto del Caos. Errando fra i piani del Multiverso alla ricerca del proprio destino, imparerà che la sua sorte è legata alla Spada Nera, brandita a caro prezzo: Tempestosa».


 

Sin dal suo lontano esordio, il pubblico ha accolto la saga di Elric con entusiasmo, vedendo in lui un personaggio complesso e originale, capace di suscitare empatia nonostante le sue ombre fin troppo evidenti. Anche la critica letteraria ha riconosciuto la profondità psicologica del ciclo, lodando l’audacia di Moorcock nel destrutturare il mito dell’eroe invincibile. Nel corso degli anni, la saga è stata ristampata numerose volte, con versioni rivedute e illustrate, tra cui spiccano quelle edite da Gollancz nel 1992 e da Del Rey nel 2008, mentre per quanto riguarda le trasposizioni cinematografiche, più volte annunciate, niente è ancora giunto sul grande schermo, sebbene nel 2019 si sia parlato di una possibile serie televisiva, forse ancora in fase di sviluppo.
Ha scritto John Clute nella sua famosa Enciclopedia del fantasy: «Albino, debole, introspettivo, tormentato, spergiuro, prono al volere di Tempestosa, la sua lama-vampira d’anime, parodia essa stessa dell’arma consueta ai tipici personaggi s&s, che può talora – se magicamente animata – aspirare al rango di Compagno dell’Eroe ma che, almeno ordinariamente, non sarebbe in grado di manipolare il suo portatore come una marionetta. […] La sua mancanza di senso dell’ironia, così come il suo implacabile Weltschmerz, possono forse renderlo facile da irridere; pure, Elric rimane comunque una figura iconica straordinariamente vivida».


 

Oltre a Elric. La saga e Elric. La saga infinita, di Moorcock Mondadori ha pubblicato, sempre nella collana Oscar Draghi, Il ciclo del principe Corum, uscito in libreria nel 2021. La prima parte della dilogia di Elric è invece andata a ruba, tanto che si è resa necessaria più d’una ristampa, come d’altra parte si prevede anche per il seguito. Si tratta ad ogni modo dell’apprezzabilissimo tentativo della casa editrice di racchiudere in dei volumi unici e di pregio una saga che forse si annovera tra le più complesse da etichettare, catalogare e datare. Lo si può comprendere chiaramente già dal primo paragrafo dello scritto introduttivo Il tormento dell’ultimo bibliografo. Per una cronologia della saga di Elric, dove si spiega: «Pubblicati nell’arco di un sessantennio, i vari e via via più intricati episodi del caotico cantare di Elric di Melniboné – che costituisce per Moorcock anche la prima, sperimentale serializzazione di materiali narrativi aventi per soggetto il medesimo character – si dipanano evidenziando una congetturale linea cronologica interna, complicata nel corso degli anni da una quarantina di prequel, sequel, intermezzi, crossover».

Insomma, non si deve prendere questa saga con troppa precisione, intendendo seguire il filo logico e temporale di ogni evento, ma sarà necessaria un po’ di flessibilità per immergersi appieno nella vita di Elric, nelle sue incredibili avventure, nel mondo caotico e al contempo affascinante immaginato da Moorcock, pioniere di questo modo del tutto originale di approcciarsi al genere fantasy.


 

Concludiamo con una nota biografica sull’autore, per chi non lo conoscesse a sufficienza. Michael Moorcock è originario di Londra ed è stato il direttore della rivista New Worlds, nonché uno dei promotori della New Wave britannica. Considerato tra i massimi autori inglesi di science fiction e fantasy, annovera tra le sue opere il ciclo di Jerry Cornelius (iniziato con Programma finale, 1969, da cui Robert Fuest ha tratto il film Alfa Omega il principio della fine) e del Campione eterno. A quest’ultima sequenza si possono ricondurre I.N.R.I. (Behold the Man che ne è l’iniziatore nel 1966: “Urania Collezione” n. 102) e i successivi Il veliero dei ghiacci (The Ice Schooner, su rivista nel 1966-67; ed. definitiva 1969) e Il corridoio nero (The Black Corridor, 1969). Oggi la maggior parte delle sue opere sono state tradotte in italiano, nonostante rimangano alcuni scritti presenti solo in lingua originale e probabilmente altri racconti inediti mai pubblicati, se si immagina la mole di appunti e la creatività che caratterizza una mente del genere.

«E quando Elric ebbe raccontato quelle tre bugie a Cymoril, la sua promessa sposa, e messo l’ambizioso cugino Yyrkoon sul Trono di Rubino di Melniboné in veste di reggente, e allorché si fu congedato da Rackhir l’Arciere Rosso, partì verso terre sconosciute alla ricerca delle conoscenze che a suo avviso lo avrebbero aiutato a governare il suo regno come mai era stato governato».
Tratto da La Cronaca della Spada Nera.   

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