Caso Billie Eilish, numeri drammatici. In Italia film per adulti dagli 8 anni
La psicoterapeuta Antonella Rossi: "Un approccio così precoce può avere effetti devastanti. Dall'autoerotismo si passa alla compulsione"
Billie Eilish, "i bambini non capiscono. E si isolano dal mondo reale"
La rivelazione della pop star Billie Eilish ha provocato un vero e proprio effetto a catena. La cantante aveva dichiarato nei giorni scorsi che i film per adulti le hanno rovinato la vita. "La pornografia mi ha distrutto il cervello. Ho iniziato a guardarli di continuo quando avevo 11 anni e mi hanno causato incubi e problemi con i miei partner". Eilish - si legge sul Messaggero - ha rilanciato un tema molto caro ai genitori degli adolescenti, sempre più giovanissimi infatti stando agli studi pubblicati cadono in trappola e il lockdown ha ulteriormente aggravato la tendenza. In Italia il 44% dei ragazzi tra i 14 e i 17 naviga in siti porno, qualcuno comincia ad avvicinarsi all'argomento già dagli 8 anni.
"Un approccio così precoce - spiega al Messaggero la psicopedagogista Antonella Elena Rossi - può avere effetti devastanti. Nei siti hard la sessualità è vista in maniera solitaria. E dall'autoerotismo si passa alla compulsione che porta i ragazzi a chiudersi in un mondo fatto di desideri immediatamente soddisfatti con il proprio corpo. In questo modo decade qualunque relazione sociale e amorosa perchè il rapporto con il sito porno diventa semplice, facile e immediato. Il piacere virtuale supera e fagocita quello del mondo reale".
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