Tutti pazzi per le hospitality, dal calcio alla lirica

La corsa al biglietto "vip" non ha limiti tra ragioni di marketing e commerciali. Al punto da arrivare all'Arena di Verona

di Andrea Soglio

Hospitality

Spettacoli

I numeri e le ragioni di un rito che non teme il caro prezzi

Tutti pazzi per le Hospitality. Ebbene si. Alla faccia della crisi, del crollo in Borsa causa dazi da anni c’è una cosa che non teme nulla e a cui tutti ambiscono: le ospitalità, i posti "vip". Che sia in stadio, autodromo, palazzetto, teatro o quello che volete c’è un luogo che ormai è diventato di culto: l’hospitality. E poco importa che i prezzi siano salati, anzi, salatissimi.

La gente vuole solo una cosa, esserci, ed esserci nel posto più ambito, anche, ammettiamolo, per farsi vedere e nel modo più comodo possibile. Perché hospitality significa non solo il tal biglietto per il tal evento ma anche un comodo parcheggio, un ingresso riservato, senza code o problemi, uno spazio privato dove rilassarsi, cibo e bevande a disposizione. Alcuni numeri valgono più di mille concetti.

Se ad esempio provate a cercare un posto “vip” per il Gp di Formula 1 di Monza, o di Imola, beh, sappiate che l’impresa sarà molto ardua, per non dire impossibile; e poco conta il fatto che un biglietto costi non meno di 2000 euro per una giornata. La tendenza nel mondo delle 4 ruote è chiara e dimostrata dal fatto che buona parte dei lavori di ristrutturazione e sistemazione dell’Autodromo brianzolo ad esempio siano stati dedicati proprio all’ampliamento e miglioria degli spazi dedicati agli ospiti ed appassionati di lusso.

Inutile poi dire che il calcio da questo punto di vista è il vero traino. Pensiamo ad esempio a quanto accade ad ogni gara casalinga della Juventus. Lo stadio di proprietà, uno dei pochi in Italia, ha dato il modo di pensare alla sua struttura in modo da renderla perfetta per dei servizi extra. Così ecco diverse cucine, attiva da due ore prima l’evento, fino ad un’orta dopo la sua conclusione, con la supervisione e gestione di “da Vittorio”, il noto ristorante tre stelle Michelin dei Fratelli Cerea.

I numeri: 4200 i posti “premium” per partita (nessuno in Italia ne ha di più) - Tutto esaurito nelle gare fin qui disputate - I posti sono il 10% del totale ma generano il 35% dei ricavi - Prezzo massimo: 2200 euro per il match Juventus-Manchester City. Per capire i segreti di questo fenomeno sociale-sportivo-economico ne abbiamo parlato con chi, per primo tanti anni fa creò in Italia la prima Hospitality, allo stadio Tardini di Parma. Stiamo parlando di Infront, la società che si occupa della produzione (e non solo) di eventi sportivi mondiali.

“La gente, anzi, soprattutto le aziende vogliono ormai la cosa “esclusiva”, non il biglietto anche in prima fila o nella tribuna migliore che può comprare chiunque - ci dice Alessandro Giacomini, ad Infront Italia -  vogliono il livello superiore, per vivere in maniera differente qualsiasi avvenimento e per creare relazioni personali e professionali. È un modo per fare attività aziendale e che colpisce di più il vecchio e fidato cliente o un possibile nuovo partner. L’importante è far sentire le persone coccolate…”.

Ma come si spiega questa caccia, questo desiderio, alla faccia dei costi e dei problemi di bilancio…

“Semplice: questo tipo di esperienze sono degli scambi; è lavoro fatto in una situazione unica e più coinvolgente”

E perché puntare sulla cultura, sull’arena di Verona più che su un qualsiasi altro stadio di calcio?

“L’idea parte dalla volontà di diversificare, andando oltre al calcio ed al mondo dello sport in generale e Verona, soprattutto la sua Arena, sono il luogo migliore per cominciare questo percorso. Il tutto pensato per aziende e persone che cercano un target ed un’esperienza differente rispetto a quella della Serie A di calcio. Il pubblico della lirica diciamo che non è lo stesso di chi va in una qualsiasi tribuna del campionato di calcio. Si cerca quindi un pubblico diverso in un mondo ampio ma che fino ad oggi non era stato molto toccato”.

Ma cosa ha scatenato questa mania?

“Di sicuro il Covid ha cambiato le nostre abitudini e rilanciato tutto questo…”

Problemi ed ostacoli?

“Purtroppo abbiamo dei limiti legati agli impianti. Servono spazi nuovi, stadi e palazzetti moderni e magari pensati anche per queste attività. Lo richiede il mercato…”.

Tags:
calcioformula 1