Il regista Carlos Saura è morto. Aveva sfidato la censura spagnola

Avrebbe dovuto ricevere un Goya d'onore a Siviglia, che diventa ora un premio postumo

Spettacoli

Il maestro del "nuevo cine" aveva 91 anni. Tre nomination all'Oscar, l'impegno nel post franchismo, la lunga relazione con la musa Geraldine

È morto il regista spagnolo Carlos Saura, aveva 91 anni. Lo ha annunciato l'Accademia del cinema spagnola.

Con la sua morte, poco dopo il suo novantunesimo compleanno (lo ha festeggiato il 4 gennaio), scompare l'ultimo regista classico del cinema spagnolo, nonché punto di riferimento per il grande cinema d'autore europeo. 

Regista di La Caza, Peppermint frappé, Elisa, Vida mía e Flamenco, durante il regime franchista lottò contro la censura mentre raccontava i mali della Spagna.   

Saura avrebbe dovuto ricevere un Goya d'onore, che diventa ora un premio postumo. Il 3 febbraio era stato presentato in anteprima Las paredes habla, il suo ultimo lungometraggio, un robusto documentario sull'evoluzione dell'arte sui muri, dalle grotte preistoriche ai graffiti dei giorni nostri. 

Importante il sodalizio artistico di Saura con Geraldine Chaplin, figlia del grande attore americano, che diventa in seguito la musa e la protagonista di molti suoi film, a partire da Frappé alla menta (1967), che vince al Festival di Berlino l'Orso d'argento nel 1968 e, di seguito, Lo stress è tre, (1968), La tana (1969), Anna e i lupi (1973).

Il rapporto artistico diventa anche una lunga relazione sentimentale, da cui nel 1974 nascerà uno dei sette figli del regista.   

Sempre con la Chaplin Saura realizza Cría cuervos che, nel 1976, vince a Cannes il premio speciale della giuria, Elisa, vita mia (1977), Gli occhi bendati (1978) e Mamà compie 100 anni (1979). Tra gli altri film da menzionare Bodas de Sangre (1981), Carmen Story (1983), realizzato insieme al chitarrista Paco de Lucia e nominato all'Oscar al miglior film straniero. 

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