Iva Zanicchi e il suo undicesimo Sanremo: "Quella volta che trovai Modugno che dava testate a una porta"
Sanremo: Iva Zanicchi, "la canzone classica non è morta". Il festival più bello "quello con Bobby Solo con Zingara"
Iva Zanicchi torna al Festival di Sanremo
“Io non credo che la melodia, la canzone classica, sia morta, io sono qui per farla resuscitare, va bene?”. Con la consueta energia che l’ha sempre contraddistinta, Iva Zanicchi racconta all’AGI la vigilia del suo undicesimo festival di Sanremo. Una vigilia vissuta con emozione, com’è naturale che sia e quasi tradizione per quel che riguarda la kermesse: “Lo dicono tutti che questo palcoscenico ha qualcosa di speciale – racconta - di orribile, tremendo e fantastico allo stesso tempo, perché emoziona, perché vai lì e in tre minuti devi dimostrare di cantar bene, di essere intonata, di esprimere quello che la canzone vuole esprimere, e sai che in quel momento sono all’ascolto milioni di persone, perché credo che sia l’unica manifestazione italiana che ha un ascolto che può, nel giro di una nottata, decretare il successo di una canzone o affossarla".
Sanremo, Iva Zanicchi: "Mi emoziono sempre, poi quando metti piede sul palcoscenico canti e sparisce tutto"
"Io sono emozionata – dice Iva Zanicchi - ma mi emoziono sempre, poi quando metti piede sul palcoscenico, non dico che sparisce completamente ma quasi, altrimenti non potresti cantare; e allora canti, sparisce tutto, io guardo un punto fisso e penso a quello che dico, alle parole che canto. Ma l’emozione c’è, e anche tanta”.
Sanremo: Iva Zanicchi gli unidici Festival e l'aneddoto su Domenico Modugno
E a proposito dell’emozione Iva Zanicchi, 82 anni, ricorda quella volta che, nervosa per l’esibizione, raggiunse Domenico Modugno per qualche parola di conforto e lo trovò che dava testate ad una porta. “Io gli dissi – ricorda ora - ‘Ma cosa ci vieni a fare?? Hai vinto tutto, sei il più grande!’ e lui rispose ‘Io vengo qui per provare questa emozione’”. Undici festival e tante storie di questa portata da raccontare: “Sì, una vita, qui ho vinto, ho perso, ho gioito, ho anche pianto...perché questo è il festival – spiega -. Io sono molto grata a Sanremo perché io sono nata qua, ne ho vinti tre, sono arrivata terza col grande Sergio Endrigo con “L’arca di Noè”, ho presentato canzoni belle, meno belle, ho presentato una canzone bellissima che è “La notte dell’addio”... il Festival è stato buono con me e potrei raccontare mille aneddoti, pensi solo alla mia prima vittoria con “Non pensare a me” nel ’67, che avrei dovuto e potuto gioire come una pazza, perché una giovane che vince Sanremo all’epoca era una roba... invece io ho pianto tutto il tempo perché tutto era funestato dal fatto che Luigi Tenco era morto”, mentre il festival più bello “quello con Bobby Solo con “Zingara”, perché lì era tutto facile, tutto bello, siamo arrivati e fin dalle prime note - e le accenna - è stato bellissimo”.
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