"Lo chiamavo Lallo. Bud Spencer era mio padre ma non si doveva sapere"

La figlia di Pedersoli esce allo scoperto: "Avevo promesso a mia madre di non dirlo. Adesso lei è morta e posso svelare tutto. Voglio il test del Dna"

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Bud Spencer e la figlia segreta: "Mi pagava gli studi e le vacanze"

Bud Spencer aveva una figlia segreta ma la manteneva e le pagava gli studi. Ad uscire allo scoperto dopo tanti anni è Carlotta Rossi, la donna ha deciso di andare fino in fondo in questa vicenda pubblicando anche un libro dal titolo eloquente A metà, disponibile da oggi su "Apple Books" che firma come Carlotta Rossi Spencer, in cui racconta - si legge sul Corriere della Sera - la storia d’amore tra sua madre Giò (Giovanna Michelina Rossi) e l’uomo che non ha mai potuto chiamare papà, ma sempre e solo "Lallo", lei per lui era "Lallina". Un personaggio pubblico, amatissimo a ogni latitudine soprattutto dai bambini: Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli. La settimana scorsa, la donna ha intrapreso il percorso giudiziario per il riconoscimento di paternità al Tribunale di Roma. Nell’atto di citazione chiede il risarcimento «del danno subito per la sostanziale mancanza della figura paterna nell’intero arco della vita» alla vedova e ai figli dell’attore scomparso il 27 giugno del 2016, in qualità di suoi eredi. E, naturalmente, l’esame del Dna attraverso quelli che considera i suoi consanguinei.

"Oggi - prosegue il racconto di Carlotta e lo riporta il Corriere - sono pronta, prima no. E mi sento affrancata dalla promessa fatta a mia madre, mancata il 9 novembre 2015, che non avrei mai detto a nessuno chi era mio padre". Bud Spencer non è mai stato uno estraneo, per lei. Ha provveduto al suo mantenimento fino alla laurea. Le ha pagato la scuola americana, l’università negli Stati Uniti, le vacanze estive e invernali, un lungo soggiorno in Florida. E ha continuato ad aiutare la madre con un bonifico mensile di mille euro fino alla morte: i legali sono in grado di riprodurre tutti i movimenti dal 2005 al 2015. Lei racconta: "Di mio padre non avevo il numero privato, era sempre lui a chiamarci. Avevo solo il fisso dell’ufficio, dove rispondeva la segretaria".