Robbie Williams ad Affaritaliani.it: "Ho interpretato una scimmia perché mi sento così". Intervista

La pop star a Roma per presentare Better Man

Di Oriana Maerini
Spettacoli

“So che state pensando, cos’è quella scimmia? Io sono Robbie Williams, una delle più grandi pop star del mondo. Ma mi sono sempre considerato un po’ meno… evoluto”


 
Fascino da vendere: Robbie Williams, una delle più grandi pop star di sempre, è arrivato a Roma per presentare Better Man mettendo in mostra il suo narcismo (durante la confernza stampa ha ripreso la sala gremita per mostrare alla figlia che è un attore amato dal pubblico), dopo l’ anteprima mondiale al Toronto Film Festival nella sezione Gala. Il Biopic  è scritto e diretto da Michael Gracey, che torna sul grande schermo dopo il successo di The Greatest Showman.  A firmare la sceneggiatura anche Oliver Cole e Simon Gleeson, mentre tra i produttori esecutivi c’è lo stesso Robbie Williams. Il film sarà nelle nostre sale dal 1 gennaio.  

Biopic non convenzionale, come non lo è stata la vita e la carriera della superstar simbolo degli anni Novanta e Duemila. Dall’esordio straordinario con i Take That, boyband idolo dei teenagers, alla carriera da solista con più di 80 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, attraversando alti e bassi personali e professionali, Robbie Williams è uscito dall’ombra del suo paesino britannico per diventare una delle più grandi pop star del mondo.

Better Man è un ritratto sincero e profondo di Robbie Williams, capace di emozionare e far riflettere su temi universali come l’autenticità, la vulnerabilità e la ricerca di sé. ha avuto una buona accoglienza del pubblico durante le anteprime perché rappresenta promette di essere un ritratto sincero e profondo di Robbie Williams, capace di emozionare e far riflettere su temi universali come l’autenticità, la vulnerabilità e la ricerca di sé. 

Per i fan di Robbie Williams musicista sapranno accettaterlo sullo schermo come uno scimpanzé generato dal computer (la voce è sua, il corpo in motion capture è dell’attore Junno Davies)? 


Perché ha scelto di essere diretto da Michael Gracey?
"Ci siamo incontrati ad una festa, qui ci siamo raccontati un po’ di storie delle nostre esperienze ed ho trovato Michael estremamente affascinante e mi sono augurato che, in una forma o nell’altra, potesse entrare in qualche maniera nella mia vita. Questa cosa si è verificata raggiungendo l’apice della regia. Michael ha notato che Hugh Jackman  era così innamorato di me tante che, appena poteva nel corso del film, faceva altro che fare riferimento a me".

Quando Michael le ha proposto questo film?
"Quando è venuto da me a Los Angeles e mi ha presentato il film facendomi sentire le musiche. Io ho registato il video e Michael è andato da Hugh Jackman  e ha continuato a lavorare in questo film. Better man è un film in cui racconta anche i suoi lato oscuri, le dipendenze dalla droga, dal sesso. E’ stata una forma di riscatto, di liberazione dai fantasmi? Nel film Io ho messo la mia autenticità, il mio desiderio di condividere tutto con il cast. Fino a questo punto il film è stato per me qualcosa di liberatorio; se non dovesse essere un successo a quel punto diventerebbe l’essatto opposto".

Perché ha scelto di rappresentarsi come una scimmia?
"E’ come mi vedo! Apparire nei passsi di una scimmia permete al pubblico di vedermi esattamente come io mi vedo. L’altra ragione e che mi ero stancato di vedere tanti biotip ripuliti nelle sale. Better men non è un film ripulito, anche se in qualche situazione dovrebbe esserlo. Questo elemento rende un punto unico che mi ha consentito di far apprezzare  il film. Credo che se non ci fosse stata la scimmia non avremo riscosso dei commenti molto positivi".
 


 



Lei chi è veramente?
"Per me non è stato un problema spiegare chi sono e farlo con la massima semplicità e autenticità. A me non sembra insolito indossare i panni di una scimmia, a parte quando me lo fanno notare durante le interviste! A questo punto mi viene una crisi esistenziale, su una crisi esistenziale. Però devo dire che il regista si è trovato a che fare con una figura pubblica che era fin troppo disposta, fin troppo intenzionata, a condividere, anche fino all’eccesso, sia le parti positive che quelle negate che riguardano la mia vita".

Pensa che il film avrà successo?
"Finora si parla bene del mio film proprio perché le persone riconoscono l’autenticità che la pellicola contiene.  Autenticità che di solito non ci viene rimandata dai media".

Insuperabile la scena del musical in piazza a Londra, è stato difficile girarla?
"Si perché le riprese sono coincise con la morte della regina, e sono iniziate dieci giorni dopo rispetto al previsto per rispettare il lutto".

In Better men lei si mette a nudo mostrando tutte le sue paure e le sue debolezze, è un messaggio che può aiutare i giovani?
"Si, penso che i giovani possono, in qualche modo identificarsi, ma non ho fatto questo film per scopo umano ma l’ho fatto per la mia carriera!  Sono un attore che per professione cerca attenzione. Quando non mi sa dà attenzione io non esisto.  Anche il documentario che è uscito su Netifx l’ho realizzato per lo stesso motivo. Il  pubblico in qualche maniera si è identificato questo è un effetto collaterale ma non era l’obiettivo principale, mi ha fa fatto sentire bene rispetto al mio lato narcisista il fatto che il film   abbia portato buoni risultati e sia piaciuto alla gente".

Le piace l’Italia?
"Si, mi piace la bellezza del caos italiano! In Inghilerra è tutto organizzato, tutto preciso, la sicurezza sul set ect. Qui grazie alla trasmissione X Factor ho notato che nel best stage c’era un grande caos: chi urlava, chi strillava ma, poi, guardando il programma finito ho notato che quello che andava in onda sullo schermo era tutto preciso e perfetto: un caos totale da una parte, la precisione dall’altra! Questa è una cosa per me insolita e mi sono reso conto, stando dietro il palcoscenico, del calore che ti arriva dalle persone. In Italia ho amato la bellezza di tutto questo calore, di tanta accoglienza. Se si riesce a raccogliere tutta questa passione non puoi fare a meno di innamorati dell’Italia".

Tornerebbe a Sanremo?
"No".

Nel film lei ha molte dipendenze, nella realtà?
"Con le droghe vado bene perché ho spesso di farmi, con il bere vado bene perché ho smesso di bere, anche con il sesso ho chiuso.  A questo punto l’unica debolezza che mi rimane è quella del cibo. Da ragazzino ero cicciotello e questo ha sviluppato in me una nevrosi che ho ancora oggi.  Io problema del corpo continua a  persistere".

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