11 settembre: è stato un complotto? 20 anni dopo Spike Lee rilancia la teoria

Il documentario "New York Epicenters: 9/11 - 2021 1/2" dà credito al punto di vista dei cospirazionisti sull'attentato alle Torri Gemelle

Esteri
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L’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle del World Trade Center di New York è stato il frutto di un complotto? La teoria circola da tempo e ora a sostenerlo è anche un regista molto rispettato a Hollywood come Spike Lee

In un’intervista al New York Times, Spike Lee ha presentato la sua nuova serie di documentari di otto ore "New York Epicenters: 9/11 - 2021 1/2", che andrà in onda su HBO da domenica 29 agosto.

A vent’anni di distanza, Spike Lee ritorna su quei drammatici fatti attraverso interviste a politici di New York come il senatore Chuck Schumer e il sindaco Bill de Blasio, nonché a vari operatori sanitari, vigili del fuoco e attivisti. Il regista avrebbe voluto intervistare anche agenti di polizia, ma - a quanto lui stesso ha riferito - il dipartimento gli ha negato tale opportunità, per via delle sue opinioni sulle forze dell’ordine.

 
 

Nel documentario si dà credito alla tesi che vorrebbe il Governo degli Stati Uniti fosse coinvolto con la realizzazione degli attentati, un’autentica bomba sulla quale Spike Lee commenta sornione: “Ho delle domande, e spero che forse l'eredità di questo documentario sia che il Congresso tenga un'udienza sull’11 settembre”.
 
La quantità di calore necessaria per far fondere l'acciaio non è stata raggiunta. E poi la giustapposizione del modo in cui l'edificio 7 è caduto a terra - quando lo metti accanto ad altri crolli di edifici demoliti... è come se stessi guardando la stessa cosa”, ha aggiunto Spike Lee.

“Le persone decideranno da sole. Il mio approccio è quello di inserire le informazioni nel film e lasciare che le persone decidano da sole. Rispetto l'intelligenza del pubblico”.
 
Alla domanda sul perché creda alle teorie del complotto sull'11 settembre ma non a quelle sui vaccini o sulle elezioni presidenziali del 2020, Spike Lee ha ribadito: “La gente penserà quello che vorrà, a prescindere. Non sto cercando di evitare la domanda”.