Afghanistan, Biden: "Rischio terrorismo" e punta il dito contro il Pentagono

Il presidente Usa: "Mi avevano assicurato almeno uno o due anni di stabilità. Ora c'è molto da fare e gli incidenti sono in agguato"

Joe Biden
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Afghanistan, Biden: "Rischio terrorismo" e colpe al Pentagono

Joe Biden torna a parlare in conferenza stampa agli americani, per la terza volta in dieci giorni. Il presidente Usa - si legge su Repubblica - vorrebbe rassicurare sulla situazione in Afghanistan, ma dalle sue parole traspare la paura che i talebani non rispettino i patti: "C'è il rischio che i terroristi possono cercare di sfruttare questa situazione. Questa evacuazione - spiega Biden - sarebbe stata ardua e dolorosa in qualsiasi data. Ho il cuore spezzato per le immagini che arrivano da Kabul, ma stiamo dimostrando di poter mettere in salvo migliaia di persone. C’è ancora molto da fare, e gli incidenti sono in agguato». Biden ha poi ringraziato Italia, Spagna e Germania per il «sostegno vitale» alle operazioni di evacuazione. Si continua a indagare sulla genesi della débacle di Kabul. Le ricostruzioni convergono: a sguarnire eccessivamente il dispositivo militare Usa sul terreno chiudendo la base aerea di Bagram sono stati i generali.

Gli stessi che per 20 anni - prosegue Repubblica - hanno “allevato” un esercito afgano che poi si è squagliato in 20 giorni. La trappola per Biden è classica: per eseguire una decisione rischiosa e traumatica, ha dovuto affidarsi alla classe dirigente che per 20 anni aveva voluto la strategia opposta. Il Pentagono non ammetteva di aver sbagliato, ha continuato a raccontare di un esercito regolare afghano che avrebbe resistito almeno uno o due anni. Sulle bugie dei generali americani riguardo alla tenuta delle forze armate di Kabul, parla il rapporto ufficiale dello Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction (Sigar): dal 2012 denuncia “un esercito fantasma”, smentendo l’ottimismo del Pentagono che quell’esercito ha finanziato, equipaggiato, addestrato.