Armamenti, bancarotta greca grazie alle armi. La rivelazione dentro WikiLeaks

Ucraina e altre guerre. La soluzione è armarsi per difendersi. Eppure il Paese che ha investito di più in Europa è andato in bancarotta. Il flop greco

di Antonio Amorosi
Esteri
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Armi, quando diventano una parte essenziale della propria economia: l'ingente spesa militare della Grecia ha giocato un ruolo importante nella bancarotta del Paese

Alla via Crucis di ieri Papa Francesco ha chiesto l’ennesimo stop alla guerra in Ucraina: "Signore, porta gli avversari a stringersi la mano, disarma la mano del fratello alzata contro il fratello"... "dove c'è odio fiorisca la concordia". Ma il problema sembra andare oltre i messaggi di pace del Santo Padre. Quando gli Stati vanno in preda al delirio da armi e gli armamenti diventano parte fondamentale della propria economia non solo scompare lo spazio dei buoni propositi ma anche quello della razionalità, come è accaduto alla Grecia.

La ricerca della pace si scontra con le strategie e le debolezze degli Stati che per difendersi da possibili aggressioni accettano addirittura di suicidarsi, abboccando agli interessi di chi fabbrica armi e di chi c’è dietro.

Fino allo scoppio della guerra in Ucraina il Paese ellenico era lo Stato europeo che più investiva in armamenti e milizie, il 2,8% del Pil, addirittura più della Francia che spende in armi il 2% del proprio Pil e più anche del Regno Unito che spende il 2,3% del Pil. La media dell’Unione Europea era dell’1,6%. Un approccio, quello greco, che può permettersi la potente economia degli Stati Uniti, non altri. Le spese militari folli degli ellenici hanno giocato un ruolo determinante nella bancarotta del Paese. Il Wall Street Journal, nel frangente della crisi economica ellenica del 2012, rivelava che Germania e Francia avevano pretesero l’acquisto di armamenti da imprese tedesche e francesi come condizione per approvare il piano di salvataggio del Paese. Con la popolazione alla fame gli arsenali erano sempre pieni.

Armi, le rivelazioni di WikiLeaks sulla Grecia 

Ma la fragilità greca è un fatto risaputo dagli addetti ai lavori.

Secondo la creatura di Julian Paul Assange, WikiLeaks, che pubblica documenti secretati, l’importante agenzia privata americana di intelligence e informazione Stratfor Forecasting Inc aveva già spiegato qualche anno prima cosa stesse accadendo nella patria di Socrate e Platone.

WikiLeaks ha pubblicato “The Global Intelligence Files”, oltre cinque milioni di e-mail della Stratfor. Le e-mail sono datate tra luglio 2004 e fine dicembre 2011. Stratfor è anche un editore di prestigio che fornisce servizi di intelligence riservati a grandi società, come la Dow Chemical Co. di Bhopal, Lockheed Martin, Northrop Grumman, Raytheon e agenzie governative, tra cui il Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti, i marines statunitensi e l'Agenzia di intelligence della difesa degli Stati Uniti. “Le e-mail mostrano la rete di informatori di Stratfor, la struttura dei pagamenti, le tecniche di riciclaggio dei pagamenti e i metodi psicologici” che si utilizzano in genere nel settore, racconta WikiLeaks.

Stratfor spiega le ragioni di quanto accade in Grecia. “Anche con le misure di austerità, la spesa per la difesa rappresenta una percentuale del prodotto interno lordo della Grecia maggiore rispetto a qualsiasi altro membro dell'Unione europea”. Il perché è è presto detto: “le ragioni di ciò risiedono nell'incapacità della Grecia di adattarsi al cambiamento nella geografia politica avvenuto dopo il crollo sovietico del 1991”.

Quelli di Stratfor raccontano come anche il moderno stato greco sia nato grazie a Paesi esterni, al sostegno del Regno Unito, “che ha cercato di usare la Grecia come mezzo per bilanciare la disfatta Turchia ottomana con l'ascesa della Russia imperiale all'inizio del 19° secolo”. Negli anni post seconda guerra mondiale e prima della caduta del muro di Berlino “gli Stati Uniti e la NATO hanno fornito aiuti alla difesa alla Grecia come parte del tentativo occidentale di mantenere l'Unione Sovietica imprigionata nel Mar Nero e la Jugoslavia nei Balcani”. Gli sponsor esterni, Usa e Nato, hanno sfruttavano così la posizione strategica della Grecia imbottigliando i rivali.

E poi un’analisi psicologica dei motivi delle mosse elleniche: “La spesa smisurata della Grecia per la difesa è un prodotto delle sue profonde insicurezze rispetto al suo vicino e rivale storico molto più grande (in termini di territorio, popolazione, economia), la Turchia”.

Da anni Grecia e Turchia confliggono per il controllo del mar Mediterraneo orientale e per lo sfruttamento delle risorse naturali. Il contenzioso più lungo è quello per l’isola di Cipro divisa tra la Repubblica di Cipro, sotto influenza greca e riconosciuta a livello internazionale, e la Repubblica Turca di Cipro del Nord di influenza turca, riconosciuta solo dalla Turchia.

L'aviazione è una parte estremamente importante della strategia di difesa greca e per questo lo Stato ha puntato molto in questa direzione, ha più mezzi aerei di altri Stati europei importanti (la Germania ne ha molti meno), questo perché invasioni della Grecia da rotte terrestri sarebbero molto difficili. Ma in questo modo la Grecia ha investito in armamenti dedicando ad essi una parte della propria economia. In una mail del 2010 di Stratfor si scrive:

“Grecia e Turchia hanno tenuto un minivertice ad Atene il 14 maggio, durante il quale la Grecia ha proposto un taglio reciproco della spesa per la difesa del 25%. Tenere a freno la spesa per la difesa è di grande interesse per Atene, sulla scia della crisi finanziaria che ha colpito duramente la Grecia negli ultimi tempi, ma questo dilemma non si presta ad alcuna soluzione ovvia”.

Con la scomparsa della Jugoslavia e dell’Unione Sovietica gli aiuti esterni alla Grecia sono cessati, e questo ha lasciato al Paese ellenico, spiegano quelli di Stratfor solo “i suoi due pilastri economici, navigazione e turismo, nessuno dei quali è stato sufficiente a colmare il divario di spesa, spiegando l'ansia di Atene di persuadere la Turchia a unirsi a essa nei tagli alla difesa. Sfortunatamente per la Grecia, tuttavia, la Turchia non è ancora d'accordo, lasciando la Grecia con il suo dilemma: quali sono le dimensioni dei tagli alla difesa? Quali aspetti delle forze di difesa della Grecia verranno tagliati (e danneggeranno le sue principali capacità di sicurezza nazionale?)”.

Peccato che questa insicurezza e la mancanza di investimenti in settori più produttivi, in termini di ricaduta sulla popolazione, abbiano portato il Paese ellenico a mantenere spese militari così alte da procurarsi da sola la bancarotta.