Attentato all’aeroporto Karzai di Kabul, chi sono i terroristi dell’Isis K

L'intelligence americana da tempo puntava il dito sull’Islamic State della provincia afghana del Khorasan

Kabul Fonte twitter
Esteri
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Attentato all’aeroporto Hamid Karzai di Kabul, chi sono i terroristi dell’Isis K, noto anche come ISKP

Prima ancora che l’attentato all’aeroporto Hamid Karzai di Kabul fosse rivendicato, l’attenzione dei service di intelligence americani si è focalizzata sull’Isis K, noto anche come ISKP, l’Islamic State della provincia afghana del Khorasan.

Era ormai da giorni che i servizi segreti si attendevano un’azione sul campo da parte degli studenti coranici che da una decina di giorni sono tornati a Kabul. Dal 2014/15 il gruppo ha firmato il maggior numero di atti terroristici in città, contendendo un ideale primato della pericolosità agli stessi talebani.

Proprio in quel periodo il gruppo è nato nella provincia del Khorasan, territorio al confine afghano con il Pakistan, sulla base di una convinzione decisamente particolari: che l’etnia Pashtun sia religiosamente “impura” e compromessa con il nemico americano. Tra i fondatori dell’Isis K ci sono alcuni ex comandanti talebani che hanno deciso di cambiare il proprio fronte di azione, passando ad un’offensiva più radicale contro l’Occidente.

Per questo motivo nell’ottobre del 2014 sei comandanti dei talebani pakistani hanno giurato fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi, capo dell’Isis dal 2014 al 2019. L’affiliazione è stata riconosciuta ufficialmente nel gennaio  2015 da parte del portavoce ufficiale di Daesh Abu Muhammad al-Adnani, che ha annunciato l’espansione del califfato dell’Isis nella provincia di Khorasan, che incorpora parti dell’Afghanistan e del Pakistan.

L’Isis K in seguito ha arruolato vari guerriglieri delusi, iniziando a combattere per ottenere il controllo della situazione in Afghanistan anche grazie all’annessione del Movimento islamico dell’Uzbekistan (IMU).

Un report delle Nazioni Unite stima che l’Isis K conti oggi un numero compreso tra 1.500 e 22.000 militanti in Afghanistan. La forbice è molto ampia, perché ovviamente si tratta di stime su dati non ufficiali. Quello che invece appare molto chiaramente è l’impostazione radicale dell’Isis K, la quale rifiuta la mediazione politica, credendo che solo la guerra permanente possa portare all’affermazione della Sharia. Si tratta, quindi, di una formazione decisamente più radicale anche rispetto ai talebani, che fa sistematico ricorso alla violenza e, come si è visto in questo episodio specifico, anche ad attentati sanguinari.