Biden-Trump, sfida geriatrica. Ma The Donald in Italia gode di maggior credito

I due candidati alla presidenza Usa inanellano gaffe in serie. Muzio (Jefferson): "In Italia si è però più indulgenti con il decisionismo trumpiano"

di Andrea Muratore
Joe Biden - Donald Trump (Lapresse)
Esteri

Biden-Trump, sfida geriatrica. Ma The Donald in Italia gode (a torto) di maggior credito

Joe Biden, presidente uscente degli Usa che si candida a novembre per il secondo mandato, è più volte finito sotto l’attenzione dei media per gaffe comunicative e momenti di presunta, ridotta lucidità che soprattutto nel campo degli avversari e dei critici sono utilizzati per mettere in dubbio la sua adeguatezza per un nuovo mandato alla guida della superpotenza. Ultimo caso, quello del G7, con immagini che - come è emerso in seconda battuta - sono parse tagliate ad arte per accentuare l'impressione di spaesamento da parte del presidente Usa. Tutto plausibile e legittimo come argomento di discussione. Ciò che spesso si dimentica, però, è che anche il suo sfidante, il leader repubblicano Donald Trump, è più volte stato artefice di gaffe e scivoloni che possono essere imputabili allo stesso problema che riguarda Biden: la senilità.

Trump, scivoloni, gaffe e défaillance in serie

Trump, in un evento a Detroit, ha auto-elogiato parlando davanti a 2mila persone la sua memoria al confronto di quella di Biden salvo poi sbagliare clamorosamente il nome del medico che lo seguiva alla Casa Bianca, Ronny Jackson, con un non esistente Ronny Johnson. Gaffe che seguono quelle di poche settimane fa a Las Vegas, quando partendo da un discorso critico sulle batterie elettriche per le auto ha finito per parlare della loro applicazione possibile sulle barche, da lui ritenuta rischiosa, e della sua paura per gli squali, e soprattutto quella di ottobre, mese in cui in un discorso The Donald confuse ripetutamente Recep Tayyip Erdogan e Viktor Orban in un comizio in New Hampshire.

Gli Usa sono diventati una gerontocrazia

L’età c’è tutta, anche per The Donald, che da classe 1946 ha da poco, il 14 giugno, festeggiato i 78 anni. Trump ne ha soli quattro in meno di Joe Biden: il presidente è nato a Scranton, Pennsylvania, il 20 novembre 1942. Battendo Trump, Biden nel 2020 a quasi 78 anni è diventato il più anziano presidente mai eletto. Superando il record stabilito proprio da The Donald quattro anni prima. Chiunque vincerà, nel re-match di novembre, consoliderà per il terzo mandato presidenziale consecutivo questo record. La gerontocrazia americana è tutta in questa statistica. E, va detto, spesso l’attenzione alla questione della sostenibilità cognitiva della memoria di Biden è amplificata dai media. Ma non per questo l’analogo problema di Trump deve far prestare minore attenzione. La realtà è che con ogni probabilità si consoliderà negli Usa, nei prossimi quattro anni, una guida sempre più senescente, un dato di fatto tutt’altro che secondario guardando allo slancio che serve per gestire gli affari politici della superpotenza.

Trump, sulla stampa italiana un credito totalmente sovradimensionato

E del resto, della lucidità di The Donald si può parlare, criticamente, anche su altri fronti. “Trump sulla stampa italiana spesso gode di un credito totalmente sovradimensionato” sia sul fronte della lucidità che della prospettiva politica, dice ad Affaritaliani.it Matteo Muzio, giornalista esperto di Usa e fondatore della rassegna “Jefferson” dedicata agli States. Muzio ricorda che “durante il suo mandato Trump ha compiuto scelte totalmente casuali e istintive che sono state bollate come esempi di lucidità strategica". Un esempio su tutti: l'assassinio di Soleimani, "un azzardo che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti”.

Muzio: "Trump, in Italia fascinazione bipartisan per l'uomo forte"

“Credo quindi”, commenta Muzio, “che nei suoi confronti ci sia un doppio standard anche per la fascinazione bipartisan per l'uomo forte", nota il giornalista. Una fascinazione che porta a presentare come decisa e sicura la figura “del decisore che sa risolvere con un tratto di penna crisi estremamente complesse, immagine che Trump ha coltivato di sé e che in Italia fa una presa particolare”. Decisionismo, quello trumpiano, che nel suo mandato è stato a dir poco episodico, ma che ha contribuito alla popolarità di un personaggio su cui, ricorda Muzio, c’è un’altra chiave di lettura esagerata in Italia: “C'è la percezione a mio avviso errata che Trump abbia portato a un periodo di pace, scordandosi i massacri avvenuti in Siria e Yemen sotto la sua presidenza ma soprattutto l'accordo scellerato del 2020 che ha aperto ai talebani la via di Kabul”. Insomma, un commentatore autorevole mette in dubbio che già tra il 2017 e il 2021 la lucidità del Presidente che - non va dimenticato - ha chiuso con Capitol Hill il suo mandato, fosse al suo apice. Figuriamoci ora. Se Atene-Biden piange, Sparta-Trump non ride…

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