Usa, l'American dream è finito. E Biden non lo sta "building it back better"

Il sogno americano è morto, l'egemonia indiscussa degli Stati Uniti pure, e anche Joe Biden non si sente molto bene

di Lorenzo Lamperti
Joe Biden Lapresse
Esteri
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I soldi, le armi, Hollywood? Anche, ma la vera base del cosiddetto sogno americano è un'altra. L'ingrediente principale di quello che per decenni ha dominato la fantasia del mondo con la formula di "American dream" è la mobilità sociale. La possibilità, l'idea, l'illusione, che chi nasce povero possa diventare ricco. Chi nasce operaio possa diventare manager, o persino presidente. E' su quell'idea che si regge il concetto di America, sia all'interno sia all'esterno. Con il concetto di frontiera che si sposta sempre un po' più in là. Terra da conquistare, terra da esplorare, terra delle opportunità.

Ma quell'idea sta venendo meno. Il sogno americano è morto, l'egemonia indiscussa degli Stati Uniti pure, e anche Joe Biden non si sente molto bene. Lo stesso inquilino della Casa Bianca, tra l'altro, è un perfetto esponente dell'American dream. Negli anni Quaranta suo padre era in difficoltà economica e trasferì la sua famiglia a Scranton, in Pennsylvania, mentre cercava lavoro che avrebbe poi trovato come venditore di auto nel Delaware. Da lì inizia la scalata di Biden alla politica degli Stati Uniti, che diversi decenni più tardi lo porterà a raggiungere la presidenza del paese dopo vari tentativi.

Joe Biden e la retorica del Build Back Better

Ed è proprio su questa base, su questo ricordo, che si basa la sua retorica del "Build Back Better". La formula utilizzata dappertutto, dal piano sulle infrastrutture a quello che dovrebbe diventare futuribilmente una alternativa alla Belt and Road cinese in Asia Pacifico. Ricostruire, e farlo meglio. Si parla di infrastrutture, ma in realtà si parla di sogno americano. Lo stesso Biden ha presentato il suo piano come una possibilità data alla classe media per crescere e prosperare, invece solo di "restare appesa con le unghie".

I dati però dimostrano che la terra delle opportunità, sembra ora un posto più difficile in cui farcela rispetto al vicino Canada o all'Europa occidentale. E attenzione, secondo il The Economist, che si produce in un lungo report su questo aspetto, non basterà un piano sulle infrastrutture o aumentare la spesa pubblica per riuscire a rilanciarlo. In un report pubblicato nel 2016, intitolato "The fading American Dream", un team di scienziati sociali ha scoperto che gli americani nati negli anni '40 avevano il 90% di possibilità di guadagnare più di quanto avevano guadagnato i loro genitori all'età di 30 anni; per quelli nati negli anni '80, la possibilità era scesa al 50%.

Questo calo sarebbe dovuto ad alcune tendenze di lunga data, in particolare l'emergere dell'istruzione come elemento di differenziazione tra precarietà economica e successo. Le statistiche nazionali mostrano che i lavoratori con una laurea hanno ora salari reali dell'86% più alti di quelli dei lavoratori senza. Per di più, quelli senza una laurea hanno visto solo un minimo aumento dei salari reali dal 1979. Moltissimi uomini senza alta educazioni sono rimasti esclusi dalla forza lavoro. Nel 2016 solo un uomo poco qualificato su due nell'America rurale lavorava, il 15% in meno rispetto alle aree metropolitane.

Usa da terra delle opportunità a terra dell'immobilità sociale

E le cose non hanno fatto che peggiorare in questi anni. In quella che viene definita terra delle opportunità si potrebbe pensare che la percentuale di mobilità sociale sia alta, e invece le possibilità di ascesa al momento risultano solo del 7,5%, contro l'11% di alcuni paesi europei tra cui Regno Unito, Francia e Svezia. Quelli nati ricchi, al contrario, sono molto più propensi a rimanere ricchi delle loro controparti in altri paesi avanzati. Anche i loro figli hanno redditi più alti. Dalla mobilità sociale (e fisica, visto il mito della frontiera made in Usa) all'immobilità. 

Una virata che ha tirato giù con sé il sogno americano. Dal 1989 la Federal Reserve pubblica i dati trimestrali sulla distribuzione della ricchezza nazionale. La sua più recente pubblicazione, per il secondo trimestre del 2021, ha mostrato per la prima volta che l'1% di chi guadagna di più possiede più ricchezza del 60% medio. I dati del Congressional Budget Office mostrano che la quota di reddito nazionale portata a casa dal 60% medio, mentre quella presa dal 20% superiore dei percettori è aumentata.

Il problema è che, secondo l'Economist, il piano sulle infrastrutture e in generale i piani economici di Biden non scalfirebbero questo problema. "La Casa Bianca potrebbe proficuamente ridurre le sue ambizioni agli investimenti più adatti ad eguagliare le opportunità per i bambini d'America" scrive il settimanale britannico. In modo da non solo aumentare spesa e piani infrastrutturali, ma anche cercare di far rivivere l'American dream che sembra ormai tramontato.