"Carne da cannone", la verità sui soldati nordcoreani che stanno abbandonando l'esercito russo
Impreparati e disorganizzati. Gli uomini di Kim Jong-un verso il ritiro dalla guerra in Ucraina. Ma Mosca smentisce
La verità sui soldati nordcoreani che stanno abbandonando l'esercito russo
Come sono arrivati, se ne tornano indietro. I superstiti degli 11mila soldati nordcoreani arrivati in Europa a novembre per aiutare l’esercito di Mosca nel respingere la controffensiva lanciata dall’Ucraina nel Kursk si sarebbero ritirati. A riferirlo è il New York Times, citando fonti militari sia ucraine che statunitensi. Secondo il Cremlino, però, si tratta di “speculazioni” che “distorcono la realtà”.
Sull’effettiva presenza di truppe di Pyongyang ci sono stati dubbi fin dalle prime segnalazioni lanciate dagli 007 sudcoreani a ottobre. Russia e Corea del Nord non hanno mai commentato, ma le ipotesi sono state presto confermate dall’esercito di Kiev, che piano piano ha iniziato a segnalare le uccisioni dei soldati asiatici.
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DI ESTERI
A fare luce, poi, è stata soprattutto la cattura di due di loro a metà gennaio, prova provata della presenza nordcoreana nell’area del conflitto. Una presenza, che, in ogni caso, Vladimir Putin e Kim Jong Un hanno cercato di tenere nascosta, facendo combattere – così è stato riferito – i soldati mascherati, con documenti falsi e con l’ordine di “combattere fino alla morte”. In ogni caso, come riporta il quotidiano The Kyiv Indipendent, secondo le Unità speciali dell’esercito ucraino dei soldati nordcoreani non vi sarebbe traccia nel Kursk da tre settimane.
Le truppe avrebbero già preso la strada di casa. A pesare su questa decisione sarebbe stata la disorganizzazione. Secondo i militari ucraini, i nordcoreani sarebbero stati più che impreparati ad affrontare la guerra – anzi, secondo alcuni prigionieri sarebbe stato detto loro che avrebbero fatto un addestramento. Per di più, ci sarebbe stata una quasi totale mancanza di comunicazione con il comando russo, con il risultato che si sarebbero spinti in avanti come fanteria facilmente neutralizzabile dall’esercito ucraino. “Carne da cannone”, li avevano definiti i soldati di Kiev.
Secondo l’intelligence americana, riferisce sempre il NYT, il ritiro potrebbe non essere permanente. I soldati di Pyongyang, infatti, potrebbero tornare nel Kursk dopo aver ricevuto un migliore addestramento, oppure dopo aver trovato un migliore coordinamento con le armate di Mosca per evitare di ripetere le pesanti perdite collezionate fin qui. Secondo il comando ucraino, sarebbero stati uccisi almeno quattro mila soldati. I militari di Kiev hanno detto che gli asiatici combattono con valore ma “come se fossero nella Seconda guerra mondiale”, avanzando a piedi in gruppi di 20, 30, 40 uomini.
Intanto, dalla Russia è arrivata una netta smentita. “Sulla presunta presenza di militari nordcoreani nella regione russa di Kursk ci sono molte speculazioni, alcune delle quali distorcono la realtà”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. “Non possiamo commentare. Ci sono molti argomenti diversi, sia corretti che scorretti, sia deliranti che distorti della realtà; quindi, probabilmente non è appropriato commentarlo ogni volta. Non lo faremo”, ha aggiunto”.