Caso Epstein, "stuprata per giorni. Scappai ma Ghislaine mi riportò da lui"
Il racconto di Sarah Ransome, una delle ragazze vittima di violenze: "La Maxwell era la regista di tutto"
Caso Epstein, "tentai di fuggire a nuoto ai Caraibi. Ma lei mi trovò"
Il processo Epstein fa registrare un momento chiave, la testimonianza di Sarah Ransome, anche se estranea al procedimento per cui Ghislaine Maxwell rischia l'ergastolo per aver reclutato quattro minorenni, potrebbe rivelarsi determinante per chiarire il quadro della situazione. Le sue dichiarazioni - si legge sul Messaggero - non sono avvenute in aula ma il suo sfogo è arrivato tramite i giornali. I fatti che racconta portano tutti ad una sola regia, quella della Maxwell, la fidanzata e complice di Epstein. Nel suo libro di memorie, «Silenced no more», Sarah, oggi 37enne, ricostruisce quei 9 mesi di incubo nel 2006, in cui Epstein la violentava con implacabile regolarità fino a tre volte al giorno, mentre Maxwell si preoccupava di tenerla in forma, mandandola dai parrucchieri più costosi e obbligandola a seguire diete draconiane fatte solo di pomodori e cetrioli.
Sarah - prosegue il Messaggero - non finge di essere stata una innocente verginella, eppure racconta come nel suo primo viaggio a bordo del jet privato di Epstein, diretta con altre ragazze all'isola privata nei Caraibi, rimase sgomenta quando sentì che l'uomo si era appartato nel retro per fare sesso con una delle ragazze. Sesso che appena due giorni dopo pretendeva anche da lei: «Stasera ti farò diventare donna» le aveva detto sull'isola. Inutili i pianti e le resistenze, quella sera fu il primo di una serie di incontri, organizzati da Ghislaine. Disperata, al terzo giorno la giovane pensò di scappare a nuoto, incurante dei pescecani. Ghislaine la trovò e la riportò indietro.
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