Chi è Syrsky, il generale "macellaio" ucraino che ha messo alle corde Putin a Kursk

Lui la mente dell'invasione di Kursk: "Controlliamo 1000 km di territorio russo"

di Redazione Esteri
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Syrskyi e Zelensky

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Ucraina, Syrskyi a capo dell'offensiva a Kursk. Il generale più detestato è diventato eroe

La guerra in Ucraina si è allargata anche alla Russia, per la prima volta dall'inizio del conflitto, infatti, l'esercito di Zelensky è riuscito a entrare nel territorio del nemico stabilmente e sta avanzando. Dietro l'offensiva di Kursk c'è una mente. Si tratta di Oleksandr Syrskyi, 59 anni, Capo di stato maggiore dell’esercito ucraino. Ha preso il posto di Valerii Zaluzhnyi a febbraio. Syrskyi è considerato un fedelissimo del presidente Volodymyr Zelensky e il suo soprannome è il "macellaio". Oggi va a lui - riporta Il Corriere della Sera - gran parte del merito dell’offensiva di Kursk. A lui la segretezza, la capacità di cogliere i russi impreparati, la forza di utilizzare al meglio le poche risorse a disposizione e il coraggio, forse l’azzardo, il rischio, di metterle a repentaglio mentre i russi premono nel Donbass.

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Ieri ha annunciato dopo sette giorni di battaglia che gli ucraini controllano circa 1.000 chilometri quadrati di territorio russo e a lui andrà adesso il compito di difenderli. Sarà per i suoi profondi legami con la Russia, il passato da ufficiale dell’Armata rossa, i genitori e un fratello che risiedono ancora a Mosca. E sarà anche per la sua nomea di "macellaio" di soldati nella battaglia di Bakhmut l’anno scorso, quando non esitava a ordinare ai suoi uomini di resistere a ogni costo davanti alla soverchiante avanzata nemica. Sta di fatto che, - prosegue Il Corriere - quando, l’8 febbraio 2024, il presidente Zelensky nominò il 59enne generale Oleksandr Syrskyi Capo di stato maggiore dell’esercito ucraino, per diverso tempo questi divenne una delle figure più detestate del Paese.

Lo accusavano di essere un mezzo agente di Putin, un ufficiale di stampo sovietico cinico e distaccato, ma soprattutto di essersi piegato ai maneggi di Zelensky. Figlio di una dinastia di ufficiali dell’esercito russo, a 15 anni entra nell’accademia militare di Mosca, serve in Afghanistan, Tajikistan, Cecoslovacchia. Nel 1993, dopo la dissoluzione dell’Urss, entra tra i quadri dirigenti delle nuove forze armate ucraine, collabora con gli eserciti europei, nel 2013 è al quartier generale della Nato a Bruxelles. Ma, soprattutto, un anno dopo combatte contro l’invasione russa del Donbass.