Cina, duro colpo dal Pcc all'era Mao e "con Taiwan ci sarà la riunificazione"

L'agenzia cinese Xinhua ha diffuso i giudizi contenuti nella risoluzione storica adottata dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese

Esteri
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Cina, Pcc: Mao "totalmente sbagliato" su Rivoluzione Culturale

Durissima critica a Mao Zedong dal Partito Comunista Cinese, che attacca pesantemente gli "errori" del fondatore della Repubblica Popolare Cinese, che hanno prodotto "un gran numero di attività criminali" in occasione del decennio della Rivoluzione Culturale, il periodo più sanguinoso della storia recente della Cina.

Il giudizio è contenuto nella risoluzione storica adottata dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, allo scorso sesto plenum, diffuso dall'agenzia Xinhua, conclusosi l'11 novembre scorso a Pechino. Pur definendo "corretto" il pensiero di Mao Zedong e l'applicazione del marxismo-leninismo alla realtà cinese, "purtroppo la linea corretta formata dall'ottavo Congresso del partito", nel 1956, "non ha potuto essere pienamente rispettata", producendo "errori", come il Grande Balzo in Avanti, che ha provocato carestie e la morte di decine di milioni di persone.

"Gli errori del compagno Mao Zedong nella teoria e nella pratica della lotta di classe nella società socialista si svilupparono sempre più gravi e il Comitato Centrale del partito non riuscì a correggere questi errori in tempo". Mao, prosegue la risoluzione, "ha fatto una stima completamente sbagliata della situazione di classe e della situazione politica del partito e del Paese in quel momento", e ha lanciato la Rivoluzione Culturale. "Gli errori del compagno Mao Zedong hanno portato avanti un gran numero di attività criminali che hanno danneggiato il Paese e il popolo, e le lezioni sono state estremamente dolorose", fino alla fine del 1976, poco dopo la morte di Mao, quando il Politburo del partito "represse risolutamente" la Banda dei Quattro, a cui vennero attribuite le violenze del decennio più sanguinoso della storia della Repubblica Popolare Cinese.

Taiwan, Pcc: "Riunificazione missione storica e irriducibile"

Risolvere la questione di Taiwan e la sua riunificazione alla Repubblica Popolare Cinese è una "missione storica" e un "impegno irriducibile" del Partito Comunista Cinese. La riunificazione, si legge, è anche una "aspirazione comune" di tutti i cinesi ed è "essenziale per realizzare il rinnovamento nazionale". Dal 2016, il Pcc sottolinea un aumento delle attività separatiste da parte della leadership dell'isola, su cui Pechino rivendica la sovranità.

"Ci opponiamo fermamente ad attività separatiste che cercano 'l'indipendenza di Taiwan' e ci opponiamo fermamente a interferenze esterne. Abbiamo mantenuto l'iniziativa e la capacità di guidare le relazioni nello Stretto", prosegue la risoluzione. "Per realizzare la completa riunificazione della Cina", conclude il documento pubblicato oggi, "il tempo e lo slancio sono sempre dalla nostra parte".

Cina, Pcc si assolve su Tiananmen: "Fu opposizione a disordini"        

Il Partito Comunista Cinese si autoassolve per la strage di piazza Tiananmen, i cui "disordini" furono causati in gran parte dalla situazione internazionale, tra cui il crollo dell'Unione Sovietica. Il partito e il popolo si opposero "con una posizione netta", salvaguardando i rispettivi interessi fondamentali.

"A causa del sostegno e dell'incitamento delle forze ostili contro il comunismo e il socialismo nel mondo, il clima globale e il clima domestico portarono a gravi disordini politici nel Paese a cavallo tra la primavera e l'estate del 1989", ovvero il periodo che coincide con le proteste pro-democrazia di piazza Tiananmen, represse nel sangue dall'Esercito Popolare di Liberazione cinese.