Cina, ecco il piano “senza precedenti” per rilanciare l’economia: dal salario minimo ai vantaggi immobiliari
30 punti per stimolare la crescita e centrare anche nel 2025 l’obiettivo del +5%. Si va dall’aumento del salario minimo al potenziamento dell’occupazione, passando per...
Xi Jinping
Cina, ecco il piano “senza precedenti” per rilanciare l’economia
Rilanciare un’economia che sta rallentando e, contemporaneamente, trasformarla verso un modello di crescita guidato dai consumi. È questo il doppio obiettivo del nuovo piano di azione presentato congiuntamente nel weekend dal governo cinese e dal direttivo del Partito comunista.
Si va dall’innalzamento dei salari a meccanismi di sostegno al mercato immobiliare, passando per misure sull’infanzia e investimenti per l’intelligenza artificiale. Un programma complessivo di 30 punti che, dicono gli esperti, è quello di più ampio respiro dagli anni Settanta a oggi.
“L'ambiente esterno è diventato più complesso e cupo, la domanda interna effettiva è insufficiente, alcune aziende stanno avendo difficoltà nella produzione e nell’operatività”, ha detto parlando alla stampa Fu Linghui, portavoce del National bureau of statistics di Pechino, sottolineando che “le basi per la continua ripresa dell'economia sono ancora instabili”.
Per questo, governo e partito hanno deciso di passare all’azione seguendo diverse linee di intervento. Capisaldi del programma sono il potenziamento dell’attuale livello occupazionale e l’innalzamento del salario minimo. Il piano cinese intende poi stimolare il turismo invernale e favorire investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale.
Inoltre, mira a introdurre sgravi fiscali e facilitazioni nell’accesso al credito per le aziende e strumenti di stabilizzazione del mercato azionario e, soprattutto, immobiliare. Quest’ultimo, infatti, è attraversato da una profonda crisi iniziata ai tempi del covid, nel 2021 e dalla quale il Paese sta faticando a uscire. Per dare una scossa, a novembre 2024 Pechino aveva varato un maxi piano di rifinanziamento del debito locale che interessava il settore.
Il nuovo programma cinese prevede anche misure “sociali”, come per esempio l’introduzione di sussidi per l’infanzia, la cui assenza è indicata da molti giovani come un deterrente nell’avere figli. “Collegando la spesa dei consumatori a obiettivi sociali più ampi come il miglioramento dell'assistenza agli anziani”, si legge su Xinhua, l’organo di stampa ufficiale di Pechino, “il piano inserisce la crescita dei consumi negli obiettivi di sviluppo più ampi della Cina, segnalando che il consumo viene posizionato non solo come un obiettivo economico ma come un mezzo per migliorare la qualità della vita”.
Secondo Shi Lei, professore di economia alla Fudan University di Shangai, si tratta della “direttiva più completa per stimolare i consumi” dai tempi del programma “Riforma e apertura” lanciato da Deng Xiaoping nel 1978. Un intervento “senza precedenti”, sottolinea ancora Shi, perché “riassume tutto quello che può influenzare la spesa”.
L’obiettivo, oltre che far virare la Cina verso un’economia di consumo, è anche quello di intervenire contro il rallentamento dell’economia stessa. Nel 2024, sostengono le autorità, è stato centrato l’obiettivo prefissato di crescita del 5%, ma si tratta del valore più basso dal 1990. A segnalare le difficoltà cinesi è anche il fatto che, per il 2025, ci si accontenterà di raggiungere nuovamente tale target invece che di migliorarlo, come stabilito a inizio marzo durante il congresso nazionale del Partito comunista.