La crisi politica in Francia colpa (anche) del Patto di stabilità. Come in Germania

Dietro il periodo nero delle due superpotenze europee anche questioni economiche legate al rispetto delle norme Ue da loro sempre difese ad oltranza

Esteri

Le ragioni economiche della crisi politica in Francia

Mentre l'Eliseo cerca una difficile via d'uscita ad una situazione politica a dir poco ingarbugliata diversi analisti stanno provando a leggere l'attualità della Francia in maniera diversa dato che il paese è alle prese con una crisi oltre che istituzionale anche sociale ed economica. Momento complicato che unisce pure l'altra "locomotiva" d'Europa, la Germania dove si fa i conti con la recessione ed i primi storici licenziamenti nel settore auto.

Patto di stabilità

Bisogna ammettere che i risultati delle ultime elezioni francesi hanno lasciato all'Eliseo un puzzle difficile da comporre, dove nessuno vince e dove per fermare la destra bisogna unire tutto il resto, dove però il "resto" è fatto da realtà con poche cose in comune e quindi all'atto pratico si arriva ad una evidente ingovernabilità.

Ma non solo politica. Non è un caso infatti che il governo Barnier non sia caduto sulla politica estera o sulla migrazione, ma sulla legge di bilancio. La Francia ha i conti in rosso e si parla di aumenti di tasse da decine di miliardi di euro per mettere in sicurezza la barca. Inutile dire che quando si è trattato di decidere a chi farele pagare, il giocattolo già fragile di suo si è sgretolato in mille pezzi.

Dietro la crisi economica di certo ci sono ragioni globali, a partire da una congettura internazionale diciamo non favorevolissima con alcuni settori in forte difficoltà, ma anche responsabilità che portano a Bruxelles. Parigi infatti si sta trovando per la prima volta nella sua storia a fare i conti con il rispetto del Patto di Stabilità che la Ue impone da anni a tutti i paesi. Proprio quel patto che Francia e Germania hanno difeso a spada tratta, spesso contro l'Italia, come se fosse il simbolo del "buon lavoro" di una nazione. Oggi, alla ricerca di miliardi di euro, ecco che Parigi sta chiedendo alla Commissione europea di chiudere un occhio, allargare i buchi della cintura, troppo stretti che stanno strangolando un'intera economia.

Germania come la Francia

Lo stesso sta accadendo anche a Berlino dove la situazione economica è se possibile ancora peggiore. Il paese una volta locomotiva d'Europa, si ritrova in recessione e sta facendo i conti con i primi scioperi e licenziamenti nel settore dell'auto, da sempre il fiore all'occhiello dell'industria tedesca. Il mondo alla rovescia, che sta crollando come la popolarità del cancelliere Scholz. E così ecco che anche Berlino, fino a ieri maestra severa che faceva del rispetto delle norme il suo credo e la sua forza, oggi spera in concessioni fino a ieri considerate eretiche.

La crisi dell'occidente

Crisi politica si lega a crisi economica e diventa crisi di valori e di democrazia. L'Occidente non è un caso è sotto attacco un po' ovunque, mai come oggi, proprio per la sua debolezza attuale. È per questo che, se da una parte come italiani potremmo anche sorridere per una volta davanti alle disgrazie di chi rideva delle nostre, dall'altra dobbiamo sperare che Francia e Germania ritrovino la loro forza per il bene di tutti, anche nostro. Dimenticando le piccole battaglie tra destra e sinistra che negli ultimi anni ci hanno solo reso più vulnerabili.

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