Crisi Ucraina, sondaggio: quasi l'80% dei lettori di Affari sta con Putin

Ucraina, Preatoni: "Affaritaliani è una testata trasversale come la composizione dei suoi lettori, ecco perché il risultato del sondaggio è stupefacente"

Di Roberto Preatoni
Esteri
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Putin o Nato? Nella crisi Ucraina, i lettori di Affaritaliani.it stanno con il presidente russo

Sul fatto che la testata Affaritaliani sia una testata trasversale credo non ci piova, per essa infatti scrivono contributori dalle diverse vedute politiche, io stesso ho scritto in diverse occasioni da opinionista e successivamente altri opinionisti hanno sfidato le mie vedute, anche a colpi di contro-contro articoli. E' il bello del dialogo, quello vero, e Affari per questo merita un plauso. Se Affaritaliani non fosse così, non scriverei per Affaritaliani.
Alla pari, se Affaritaliani è una testata trasversale allora altrettanto trasversale è la composizione dei suoi lettori, credo sia un fatto che mette d'accordo tutti.

Ed è proprio alla luce di questa neutralità giornalistica, quasi da Confederazione Elvetica che il risultato dell'odierno sondaggio (che puoi votare cliccando qui) su chi avesse ragione sul tema Ukraina, facendo scegliere ai lettori tra la Russia e la NATO mi ha lasciato stupefatto. Non tanto per i risultati quanto per le percentuali, decisamente bulgare.

Nel momento in cui scrivo infatti la percentuale dei lettori che da ragione a Putin oscilla tra il 78% e l'80%. Ripeto, è Affaritaliani, non l'Unità o la Pravda. 


 

Viene quindi da chiedersi i motivi che spingono i lettori non solo a non condannare Putin, ma a sostenerlo. 
E' però dovuta una precisazione: il sondaggio non chiede al lettore se Putin abbia fatto bene o meno ad invadere l'Ukraina, credo che una risposta negativa sarebbe stata univoca, bensì chiede ad esso di attribuire la maggior responsabilità e la risposta è netta, per i lettori la responsabilità sta sulle spalle della NATO.

Chiariamo che questo sondaggio non ha valenza statistica, però esso è servito a sondare la risposta di pancia del lettore.

In questa vicenda in ogni caso non esiste uno schieramento che abbia completamente ragione e di conseguenza un altro che abbia completamente torto. Torti e ragioni si distribuiscono equamente in un vortice che si avviluppa nel tempo. Però noi italiani facciamo parte del blocco NATO, cerchiamo quindi di fare autocritica in stile prettamente sovietico per cercare di capire cosa sia andato storto, nella speranza che qualche russo faccia poi lo stesso esercizio.

La Russia da decenni lamenta il fatto che nonostante gli accordi informali del 1991 presi tra i ministri degli esteri USA, Germania, UK e Francia nei quali si chiariva espressamente che la NATO non avrebbe mai dovuto espandersi ulteriormente ad Est, quest'ultima li abbia poi violati annettendo nell'ordine la porzione di territorio della Germania dell'Est, la Bulgaria, la Croazia, La Repubblica Ceca, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, il Montenegro, la Macedonia del Nord, la Polonia e la Slovenia, tutti territori sotto l’influenza storica russa. 
Il documento in questione è stato ritrovato pochi giorni fa negli archivi storici britannici e Affari ve ne mostra uno stralcio nella minuta stilata apparentemente dal Ministro degli Esteri Britannico, nella quale si evidenzia bene la posizione non espansionistica comunicata alla Russia.


 

Che la Russia soffra da sempre di una sindrome di accerchiamento del nemico è un fatto storico e la violazione di tali accordi ha determinato l'apertura di basi militari NATO sino ai diretti confini con la Russia. E' comprensibile quindi che la Russia possa avere il diritto di infastidirsi. Se poi si aggiunge che nel 2008 la stessa Ukraina inoltrò richiesta di adesione al patto atlantico, cosa che ha ribadito ancora oggi per voce del suo leader, ecco realizzarsi i componenti per una miscela pronta ad esplodere.

Che i lettori che hanno partecipato al sondaggio siano tutti contro una guerra tra Russia e Ukraina è altrettanto un fatto palese, rimane però il risultato di tale sondaggio, che determina una condanna netta nei confronti della NATO. 
Prendiamone spunto per riflettere.

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