Cuba riapre al turismo internazionale da metà novembre

Uno dei pochi paesi, con Russia, Cina e Usa che ha vaccinato con vaccini propri

di Daniele Rosa
Esteri
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Dopo un anno e mezzo di pandemia e chiusura totale al turismo Cuba si prepara a riaprire le sue frontiere al turismo internazionale. E lo farà a breve, da metà novembre, quando il 90% dei cubani sarà vaccinato e i contagi da Covid-19 continueranno il trend in discesa.

La ripartenza dell’industria turistica è vitale per l’isola, sottoposta da anni al “bloqueo” economico americano reso ancora più duro dal divieto di attracco per le crociere americane dell’ex presidente Trump.

Nei primi otto mesi di quest'anno sono entrati nel Paese 163.700 visitatori, il 95% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, un incubo per il paese  che sta soffrendo uno dei peggiori periodi della sua storia travagliata. Il PIL lo scorso anno è sceso dell’11%.

La pandemia ha costretto restrizioni inimmaginabili al turismo internazionale. Tre sole località aperte, Avana, Cayo Coco e Varadero con centinaia di hotel chiusi.

Dall'inizio di quest’anno i pochi visitatori dovevano mostrare una PCR negativa effettuata 72 ore prima del volo e non veniva accettato il certificato di vaccinazione internazionale .

Ora dal 15 novembre si vuole riportare il paese alla normalità aprendo tutte le destinazioni turistiche, riattivando tutte le escursioni, i tour e soprattutto agevolando le procedure di ingresso.

A partire da tale data infatti sarà accettato il certificato di vaccinazione internazionale, i visitatori non vaccinati dovranno presentare esito negativo di una PCR  ed i protocolli igienico-sanitari saranno concentrati sui sintomi e sul rilevamento della temperatura e con test diagnostici casuali, test dell'antigene o PCR.

Da quando nel 2020 sono stati rilevati i primi casi di Coronavirus , Cuba ha chiuso i suoi confini e stabilito varie misure per prevenire la diffusione dell'epidemia, tra cui la quarantena obbligatoria per tutti i viaggiatori, le restrizioni alla mobilità e il coprifuoco.

Pur sacrificando il turismo, la chiusura è stata effettiva per i primi otto mesi, e il numero di contagi si era limitato a poche decine di casi giornalieri.

Ma all'inizio del 2021 la situazione epidemiologica è sfuggita al controllo e i casi sono cresciuti  in maniera esponenziale fino a 8000 al giorno di media.

Adesso tutta la comunità scientifica cubana è concorde nel dire che la curva sta fortunatamente scendendo.

Cuba, rinomata nel mondo per la sua medicina ha scelto di vaccinare la popolazione con i propri vaccini.

Al momento ce ne sono ben tre : Soberana 02, Abdala e Soberana Plus, approvati quest'estate dall'agenzia di regolamentazione cubana e che ora le autorità sanitarie sottoporranno al processo di approvazione internazionale da parte dell'OMS.

Sono previste tre dosi con una efficacia, a detta dei centri di ricerca che li hanno sviluppati, del 92%, pari a quella di Pfizer, Jansen o Moderna.

Secondo il MinSan , al momento circa il 38% degli 11 milioni di cubani è già immunizzato , mentre oltre il 42% ha due dosi e il 54,5% una. L'obiettivo è far vaccinare il 90% della popolazione entro il 15 novembre, quando inizierà l'alta stagione e il Paese si aprirà al turismo, eliminando gran parte delle restrizioni finora vigenti.

Prima della pandemia, il turismo ha contribuito con oltre 3 miliardi di dollari all'economia nazionale e circa il 19% del reddito totale dall’export di beni e servizi.

Oggi queste cifre sono crollate, sebbene i mali del settore turistico cubano siano iniziati ancor prima della pandemia.

Nel 2019 la previsione era di ricevere 4,7 milioni di turisti, ma a causa delle sanzioni americane (crociere, voli diretti e restrizioni ai nordamericani) il numero di visitatori è sceso a 4,2 milioni .

Ed allora dal 15 novembre via a tutte le restrizioni per entrare nell’isola, e forse solo allora Cuba potrà ricominciare a pensare ad un ritorno alla vita quasi normale.