Dall'Ucraina a Israele, la politica estera di Trump alla ricerca della Pace come uno "show"

Il prossimo presidente Usa ha promesso la fine della guerra in Ucraina ed in Medio Oriente. A modo suo

di Andrea Soglio
Esteri

Trump portatore di Pace, a modo suo

Passati i legittimi festeggiamenti per una vittoria andata ben oltre ogni più rosea aspettativa Donald Trump si troverà davanti le promesse fatte in campagna elettorale, importanti soprattutto per noi, in tema di politica estera. ”Porterò la pace in Ucraina in 24 ore” ha detto il tycoon in un comizio, uno slogan ovviamente da non prendere alla lettera ma che comunque segna uno dei grandi obiettivi del 47° presidente Usa.

Quale Pace in Ucraina

Cominciamo dall’Ucraina. Trump ha parlato chiaro: “Voglio la Pace”. E su questo comincerà a lavorare fin da subito, senza attendere l’insediamento del prossimo gennaio, come ci spiega Luciano Tirinnanzi, analista, scrittore, esperto di geopolitica internazionale: “Passi ufficiali non ce ne saranno, ma sotto traccia gli uomini del Presidente eletto prepareranno il terreno per un’accelerazione decisa e decisiva per cercare un accordo in grado di fermare le armi nel bel mezzo dell’Europa”. Accordo che avrebbe un luogo ben preciso ed alcune concessioni…

“Il sogno di Trump è organizzare una Conferenza di Pace sull’Ucraina a febbraio 2025 riuscendo a mettere tutte le parti coinvolte per la prima volta attorno allo stesso tavolo. E già questo sarebbe un suo primo successo politico. Dalla Conferenza poi dovrebbe uscire un’intesa per la fine dei combattimenti che possa accontentare Russia ed Ucraina; intesa con alcune concessioni, da entrambi i lati. La cessione di alcuni territori da Kiev a Mosca e l’accettazione da parte del Cremlino dell’ingresso dell’Ucraina nella Unione Europea e nella Nato”.

Ovviamente non sarà facile tutto questo, soprattutto convincere Zelensky a perdere ad esempio il Donbass, o parte di esso. Ma una carta il prossimo inquilino della Casa Bianca ce l’ha: sa benissimo che senza l’appoggio politico e le armi Usa per Zelensky la guerra è persa, totalmente. Quindi lo potrà portare davanti ad una scelta: “O perdi solo il Donbass o perdi tutto. Scegli…”.

Inutile dire che non a caso proprio in queste ore sul campo di battaglia si stanno vivendo giornate di una violenza inaudita per potersi così presentare al tavolo (anche prima dell’arrivo del gelo invernale) con le carte migliori possibili in mano. Dall’altra parte farà capire a Putin che ulteriori aggressioni a paesi confinanti in Europa non saranno tollerati.

La questione Medio Oriente

Più complicata la questione tra Israele-Hamas-Hezbollah-Iran. Netanyahu oggi ha festeggiato sapendo benissimo il rapporto di totale fiducia tra lui (uomo forte a Tel Aviv) e Trump (altro Uomo Forte). Per questo qui non ci sarà all’orizzonte alcun tavolo di pace iniziale, anzi.

“Sono due uomini forti che plasmeranno il Medio Oriente su alcune basi certe - spiega Tirinnanzi - Tornerà d’attualità "l'accordo di Abramo, dando man forte ad Israele per arrivare alla pace questa volta tramite la conclusione di un conflitto dove Gaza, ad esempio, non ha alcuna possibilità di riprendersi”.

Si tratta in questo caso di un piano a lungo termine, che forse durerà per l’intero quadriennio della sua presidenza con un solo obiettivo finale: la Pace come show personale più che come risultato in sé. “Il messaggio che il tycoon oggi manda al mondo è chiaro: l’uomo forte è tornato”.

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