Elezioni Portogallo, destra in rimonta: traballa il modello socialista Costa

Oggi le elezioni legislative: si rischiano la frammentazione totale e l'ingovernabilità

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Elezioni Portogallo: oggi si vota, verso testa a testa fra PS e PSD

Il Portogallo vota oggi per rinnovare il Parlamento e si preannuncia un testa a testa: i socialisti al governo con il primo ministro uscente Antonio Costa, favoriti dai sondaggi fino a poco tempo fa, sono stati nelle ultime settimane raggiunti nelle intenzioni di voto dall'opposizione di centro-destra del partito socialdemocratico. La Commissione elettorale nazionale ha intanto assicurato che sarà possibile votare in "assoluta sicurezza" nonostante il numero record di persone contagiate dalla variante Omicron del coronavirus; anche chi si trova in isolamento potrà recarsi alle urne senza timori, fa sapere la Commissione. "Non c'è dubbio che il voto è sicuro, quindi non c'è alcuna giustificazione per qualsiasi cittadino di non votare perché timoroso per la propria salute", ha detto la numero uno della Commissione Vera Penedo in una conferenza stampa, insistendo sul fatto che "tutti dovrebbero votare". In questo momento, oltre 1,1 milioni di portoghesi, circa un decimo della popolazione, sono isolati perché positivi al Covid.

Elezioni Portogallo, traballa il modello socialista di Costa

All'inizio dello scorso novembre, il partito del leader Costa era in vantaggio di 13 punti, quando la bocciatura del bilancio 2022 da parte degli ex alleati di sinistra scatenò la crisi di governo. Ma, secondo gli ultimi sondaggi il Partito socialista è ora al 35-36% dei voti mentre il centrodestra, rappresentato dal Partito socialdemocratico dell'ex sindaco di Porto Riu Rio, è arrivato al 33%, e la percentuali degli indecisi è fra il 15 e il 20% dei 10,8 milioni di elettori chiamati alle urne. Si tratta, secondo il linguaggio dei sondaggisti, di una "parità tecnica" che rende altrettanto possibili i due scenari opposti.

Elezioni Portogallo, si rischiano la frammentazione totale e l'ingovernabilità

I due partiti si sono alternati dall'arrivo della democrazia in Portogallo, con la rivoluzione dei Garofani del 1974. Il vincitore delle elezioni in Portogallo dovrà affrontare diverse sfide, dal garantire la governabilità in una mappa politica sempre più frammentata, alla pandemia che ancora non è sconfitta per culminare nella necessità di una ripresa economica e sociale del paese. Chiunque vincerà, dovrà raggiungere un patto di alleanza con i partiti di minoranza del suo ambito parlamentare, ma potrebbe essere necessario un accordo fra i due principali partiti: senza arrivare, come già accadde nel 1983, a una sorta di grosse koalition alla portoghese, si punta a un "gentlemen agreement" per agevolare un governo guidato dal partito con più voti nel caso in cui non si formino maggioranze sufficienti a sinistra o a destra. 

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