Francia, Macron abbandonato dai suoi. La virata a Sx gli costerà l'Eliseo
Il politologo Yves Meny: "Il vento è cambiato, ora in tanti scelgono Bardella. Si va verso una maggioranza del Rassemblement national". L'analisi
Francia, il vento che spinge Le Pen verso il trionfo. Macron ha sbagliato tutto. L'analisi
Cresce l'attesa per il secondo turno delle elezioni legislative francesi, la sinistra dopo la sconfitta al primo turno di domenica scorsa ha parlato di "sette giorni per evitare il disastro", ma la voglia di cambiamento da parte dei francesi sembra infrenabile. Ormai il presidente Macron è stato messo all'angolo e anche i suoi fedelissimi non lo seguono più, ora rischia di perdere anche l'Eliseo. "Abbiamo assistito - spiega il politologo francese Yves Meny a Il Corriere della Sera - a un trasferimento dell’elettorato dai partiti comunista e socialista verso Le Pen. La vecchia cultura di protesta è stata ripresa meglio e forse in modo più efficace da RN. La seconda ragione per cui il cordone sanitario non funziona più è che c’è stata un’ampia adesione dell’opinione pubblica a un elemento in particolare della campagna della destra. Una specie di razzismo diffuso, direi, morbido, o almeno di ostilità nei confronti degli immigrati. Non tanto perché siano considerati responsabili di "rubare" il posto di lavoro ai francesi, quanto soprattutto perché sono accusati di essere responsabili dell’insicurezza e dell’aumento della criminalità".
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Macron adesso è stato isolato e anche la sua vecchia maggioranza ha smesso di seguirlo. "Con un governo di colore opposto, - prosegue Meny a Il Corriere - le competenze che gli rimangono sono limitate al settore della politica internazionale, della politica europea e della difesa. Ma è un gioco sottile. Mitterrand era riuscito a giocarlo bene grazie a piccoli ritocchi senza chiasso. Macron è molto più impulsivo. Non so se riuscirà ad avere questa delicatezza. La mia previsione comunque è che resti fino alla fine del mandato nel 2027 per non consegnare anche l’Eliseo a Marine Le Pen".
E infatti la decisione presa da Macron sulle elezioni anticipate è stata contestata: non può pretendere che esista ancora una maggioranza che lui stesso ha ucciso, come ha detto qualche giorno fa l’ex premier Edouard Philippe. "Non un voto deve andare al Rassemblement national, ma neanche alla France Insoumise (la sinistra ndr)", dice adesso Philippe, seguito dal suo ex collega di partito nei Républicains, il ministro delle Finanze Bruno Le Maire, anche lui furioso sia per la dissoluzione insensata, sia per l’improvvisa svolta a sinistra di Macron, dopo che per anni il presidente sembrava tenere la barra a destra.