Germania, Merkel apre alla coalizione con l'Spd. Un'inchiesta ostacola Scholz

Frau Angela a sorpresa fa capire che Scholz potrebbe essere il cancelliere in un'alleanza con la Cdu. Una dichiarazione che segue una strategia ben precisa

di Lorenzo Lamperti
Olaf Scholz Lapresse
Esteri
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"E' chiaro a tutti che non è automatico che il prossimo cancelliere sia espressione dell'unione conservatrice Cdu/Csu". Angela Merkel apre le porte alla coalizione con l'Spd, la giustizia prova invece a chiuderle. L'avvicinamento alle elezioni tedesche del prossimo 26 settembre si stanno rivelando le più avvincente degli ultimi tempi. Dopo oltre tre lustri di dominio merkeliano, infatti, la situazione è quantomai incerta. E la stessa cancelliera, con una mossa retorica a effetto, cerca di aggirare il crollo di cui la Cdu e il partito gemello bavarese Csu sono protagonisti nei sondaggi.

La dichiarazione di Frau Angela è un assist nemmeno troppo implicito a un'alleanza con la Cdu/Csu che si possa basare sulla "cessione" della cancelleria al candidato dei social democratici Olaf Scholz, in grande ascesa nei sondaggi. Il calcolo di Merkel è semplice: i tedeschi preferiscono in massa l'attuale ministro delle Finanze Scholz se paragonato al suo potenziale erede della Cdu Armin Laschet, che non ha convinto sostanzialmente nessuno. Ma il consenso degli elettori per Scholz è molto più alto rispetto al consenso per il suo partito, l'Spd.

MERKEL VUOLE EVITARE IL REFERENDUM TRA CDU E SPD: OBIETTIVO SCINDERE IL DESTINO DI LASCHET DA QUELLO DEL PARTITO

Chiaro che se si lasciasse campo a un sostanziale referendum tra Scholz e Laschet stravincerebbe il primo, con il rischio che la Cdu crolli a picco e finisca persino potenzialmente fuori dal prossimo governo. Merkel, aprendo alla possibilità che la cancellieria possa essere concessa proprio a Scholz, di fatto apre in un colpo solo alla grande coalizione Cdu/Csu/Spd e allo stesso tempo manda un messaggio agli elettori: "Non serve che punite oltremodo il partito, il capo del prossimo governo può essere Scholz anche se votate noi".

Un tentativo a effetto per ribaltare l'andazzo di elezioni che sembrano segnate, anche se la stessa Merkel ha ricordato che i "conti si fanno la sera del voto", riferendosi ai cattivi risultati di Cdu/Csu nei sondaggi. Merkel non si è fermata qui, ma è andata oltre cercando subito un asse con il teorico rivale. "Apprezzo molto il fatto che se concordiamo una cosa, ambedue la manteniamo", ha detto a un evento pubblico in riferimento a Scholz, che da parte sua ha intelligentemente puntato la sua strategia elettorale mettendosi non contro la  Merkel o contro la Cdu, ma sottolineando semmai gli elementi di continuità che lui esalterebbe con Frau Angela, molto più rispetto al balbettante Laschet.

UN'INCHIESTA LAMBISCE LA CAMPAGNA DI SCHOLZ

Markus Soeder, il governatore bavarese e leader della Csu che all'inizio di quest'anno ha combattuto con Laschet per la nomina a cancelliere, ha detto all'agenzia di stampa Dpa che "se c'è ancora una possibilità di rompere la tendenza, allora è questo fine settimana". Il riferimento è a un congresso del partito che si terrà domani e sabato e, probabilmente, anche al secondo dei tre dibattiti televisivi che vedono protagonisti i tre candidati, atteso per domenica. Ma intanto sembra che l'unico vero ostacolo sulla strada di Scholz possa arrivare dalla giustizia. I ministeri tedeschi della Giustizia e delle Finanze sono stati infatti perquisiti a Berlino nell'ambito di un'indagine sulla mancata trasmissione agli organi giudiziari di informazioni su un presunto riciclaggio di denaro.  L'operazione - precisa l'accusa - si svolge nell'ambito di un'indagine per "un sospetto riciclaggio di denaro per un importo di milioni di euro" che "non è stato segnalato né alla polizia né alla giustizia".

L'organismo coinvolto sarebbe dunque l'Ufficio centrale per le indagini sulle transazioni finanziarie (Uif), che opera sotto la supervisione del ministero delle finanze, vale a dire proprio sotto Scholz. Secondo l'accusa, questa operazione "ha avuto come sfondo il traffico di armi e droga, nonche' il finanziamento del terrorismo". Ora la Giustizia vuole "verificare - afferma la Procura - se, ed eventualmente in che misura, i vertici dei ministeri siano stati coinvolti nelle decisioni della Uif". Verrebbe quasi da pensare a una giustizia a orologeria. Intervistato dal quotidiano "Die Welt", Scholz ha commentato: "Ciascuno può giudicare da sé", in merito alle tempistiche delle operazioni. Non sembra comunque un episodio in grado di fermare la corsa di Scholz, che teme invece i possibili colpi di scena di una cancelliera che ormai è prossima alla pensione ma non finisce mai le cartucce politiche.