Germania, Scholz licenzia il ministro delle Finanze Lindner e apre ufficialmente la crisi di governo. Elezioni a marzo

Il cancelliere: "Ha tradito la mia fiducia". L'ex ministro contrattacca: "Scholz voleva fare più debito, non potevo permetterlo"

di Redazione Esteri

Scholz e Lindner

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Germania, crisi di governo ufficializzata. Cosa c'è dietro al licenziamento di Lindner da parte di Scholz

Nel giorno del trionfo di Donald Trump negli Usa si apre la crisi di governo in Germania. La maggioranza "semaforo" con i socialdemocratici i liberali e i verdi non ha retto e tutti i problemi dell'ex locomotiva d'Europa sono usciti allo scoperto ieri sera, quando il cancelliere Olaf Scholz ha deciso di licenziare il ministro delle Finanze Christian Lindner e aprire ufficialmente la crisi di governo. Inevitabili a questo punto le elezioni anticipate, la prima data che circola è quella del 9 marzo, ma non è escluso che si possa ulteriormente anticipare il voto. "Sono costretto a fare questo passo - ha detto Scholz in conferenza stampa - per prevenire danni al nostro Paese. Abbiamo bisogno di un governo efficace che abbia la forza di prendere le decisioni necessarie".

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Ha annunciato che il 15 gennaio chiederà la fiducia e che, probabilmente non ottenendola, ciò aprirà la strada a nuove elezioni "entro la fine di marzo". Poi - riporta Il Corriere della Sera - ha dedicato parole durissime a Lindner: "Troppe volte ha tradito la mia fiducia, troppe volte si è impegnato in meschine tattiche di partito". Il ministro ha risposto in un livestream, affermando che Scholz gli ha chiesto di togliere il freno del debito: "Non potevo farlo, avrei violato il mio giuramento di ufficio". Paga, Olaf Scholz l’incapacità di dare un’identità e una direzione a un esperimento che doveva "modernizzare" la Germania: via dalle grandi coalizioni, un patto con i liberali e i verdi per guardare a un mondo più aperto.

Non ha avuto fortuna, perché - prosegue Il Corriere - da subito è scoppiata la guerra in Ucraina e i prezzi dell’energia sono esplosi. E all’improvviso — senza gas russo, con la Cina nazionalista di Xi che frenava l’export, costretta a ripensare la propria difesa al di là dell’ombrello americano — la Germania in panne ha cominciato a chiedersi se in realtà nella ricchezza del regno merkeliano non si fosse addormentata, mentre il mondo digitale aveva preso a correre.

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