Giudice Onu condannata: aveva una schiava personale. "Sfruttata e sottoposta ad abusi", il caso sconcertante
Verdetto pesantissimo nei confronti dell'ugandese Lydia Mugambe
Giudice Onu condannata: l'inganno del permesso di soggiorno e l'amara verità
Una giudice dell'Onu è stata condannata e il verdetto della Corte è pesante: "Aveva una schiava personale". Il caso riguarda la 49enne Lydia Mugambe, originaria dell'Uganda. Il suo curriculum su Linkedin fino a qualche giorno fa - in base a quanto risulta a La Verità - era una favola dell'integrazione, dell’inclusione e del "Progresso femminile" come lo chiama l’Onu. Donna di colore, alto magistrato in patria, giudice per le Nazioni Unite con ufficio a Londra e autorevole docente della Scuola di Diritti Umani di Oxford, Mugambe è stata condannata per aver ridotto in schiavitù una giovane colf, "sfruttata e sottoposta ad abusi", approfittando anche del proprio elevato status sociale. L’entità della condanna sarà decisa dal Tribunale il prossimo 2 maggio.
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A peggiorare il quadro, il fatto che il giudice ugandese abbia provato a sottrarsi all’arresto, sostenendo di godere di immunità diplomatica. Giovedì, - prosegue La Verità - è stata riconosciuta colpevole di aver costretto questa ragazza, la cui identità è protetta, a lavorare per lei per quattro soldi, oltre ad averla fatta entrare nel Regno Unito violando le leggi sull’immigrazione. In più, avrebbe anche intimidito un testimone nella fase delle indagini. Terribili le parole di un'altra donna, il pm Caroll e Haughey, al processo: "Lydia Mugambe ha sfruttato e commesso abusi sulla vittima, avvantaggiandosi della sua ignoranza circa i suoi diritti, compreso quello di essere pagata correttamente e ingannandola sul vero scopo dell’ingresso in Inghilterra".