Guerra, Hamas si riorganizza: dopo la morte di Sinwar tocca a suo fratello. E Hezbollah ha il sostegno di quattro Stati

L'uccisione della mente della strage del 7 ottobre e il tentativo di resistere all'esercito israeliano e di riorganizzarsi

di Redazione Esteri

Yehya Sinwar

Esteri

Sinwar, Hamas ha già il suo successore: chi è il nuovo leader dei miliziani

Hamas ieri ha subito un durissimo colpo, l'esercito israeliano ha ucciso il leader e la mente della strage del 7 ottobre, Yahya Sinwar. Una mossa che mette ancora più in difficoltà l'organizzazione, già fortemente colpita. Ma già nelle settimane precedenti la morte del leader, Hamas si era già riorganizzata al suo interno. L'intelligence di Israele, infatti, - riporta Il Corriere della Sera - riteneva che la gestione dei militanti fosse nelle mani di Mohammed Sinwar, il fratello del numero uno. Nato nel 1975 a Khan Younis, arrestato nel 1991 dagli israeliani e poi rilasciato dopo nove mesi, è diventato uno dei collaboratori più stretti dei comandanti delle Brigate al Kassam, affiancando Saad al Arabid e Mohammed Deif.

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Con il tempo si è imposto facendo sentire il suo peso in scelte importanti, dimostrando capacità da leader. Secondo alcuni osservatori è attestato su posizioni estreme, simili a quelle di Yahya. L’Idf, per sottolineare i risultati, ha sostenuto di aver liquidato la maggior parte dei responsabili delle cinque Brigate, dei 24 Battaglioni e delle 140 compagnie che componevano lo schieramento iniziale. Hamas, sulla carta, poteva contare su 30 mila effettivi, tra miliziani a tempo pieno e volontari. Gli israeliani sostengono di averne neutralizzati circa 17 mila, più un migliaio ucciso nello Stato ebraico il 7 ottobre e nei giorni successivi durante la riconquista dei kibbutz.

Almeno 22 battaglioni — è ancora la versione Idf — non sono più tali. Una valutazione della Cia - prosegue Il Corriere - risalente a maggio ritiene che il movimento abbia subito una riduzione del 30/35 per cento del suo potenziale, il che vuol dire che resta ancora molto nelle mani dei capi. Il Fronte Gaza si specchia nel Fronte Libano. Hezbollah ha già vissuto, in modo ancora più traumatico, la scomparsa della leadership. Ha barcollato per qualche giorno, ha vissuto momenti di sconcerto, tuttavia si è riproposto con la sua forza, ovviamente superiore a quella di Hamas, anche perché ha un appoggio concreto e possibile da parte dell’Iran e di altre milizie sciite (in Iraq, Yemen, Siria).

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