Guerra in Europa, spese "senza limiti" per la difesa. Spunta l'ipotesi sul tavolo della Ue

L'esigenza di difendersi si scontra con i vincoli di bilancio imposti dall’Ue. Ma le cose potrebbero presto cambiare...

di Redazione Esteri
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Guerra in Europa, spese "senza limiti" per la difesa

Le spese per la difesa potrebbero presto venire escluse dai paletti finanziari che i paesi europei sono chiamati a rispettare. A confermalo, in via in diretta, sono stati alcuni funzionari che, parlando con Politico, hanno riferito che un modo per dare più margine di manovra agli Stati è al vaglio della Commissione.

La necessità di spendere di più per proteggere l’Unione europea e l’Ucraina è stata richiamata nelle scorse settimane dall’Alta rappresentante per gli Affari esteri Kaja Kallas, dal commissario alla Difesa Andrius Kubilius e dal segretario Nato Mark Rutte. Quest’esigenza, tuttavia, si scontra con un’altra, cioè quella di rispettare i vincoli di bilancio imposti dall’Ue e il cui mancato rispetto può far incorrere in sanzioni e procedure di infrazione, come avvenuto, per esempio, anche a Italia e Francia. Proprio per combinare le due cose, diversi ministri e capi di governo spingono, fin dall’inizio della guerra di aggressione della Russia, per far approvare uno scorporo delle spese per la difesa dai meccanismi di stabilità.

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In Italia, il titolare della Difesa Guido Crosetto lo ha ribadito più volte. “l’Europa deve decidere se escludere le spese della difesa” dal Patto di stabilità e crescita” altrimenti “non riusciremo ad assumerci gli impegni che l’Europa stessa vuole assumersi”, aveva detto ad agosto. Ora, il momento della verità sembra vicino. Come riportato da Politico da tre funzionari di governo di tre paesi diversi e da uno dell’Ue, i costi per la manutenzione delle attrezzature e quelli del personale militare, che al momento rientrano nel deficit di un paese, potrebbero presto venir incluse nelle spese per la difesa di base.

Agli Stati che investono nella difesa, infatti, possono essere fatte concessioni sulle tempistiche da rispettare per raggiungere gli obiettivi di bilancio previsti dall’Ue. Dunque, ampliare la definizione delle spese per la difesa, arrivando a comprendere non più solo l’acquisto ma anche la manutenzione di attrezzatura bellica, sarebbe un assist perfetto per i 27. In ogni caso, si tratta di una sola proposta tra le tante sul tavolo di Ursula von der Leyen. Parlando ai leader Ue lunedì 3 febbraio, la presidente della Commissione aveva proposto di adottare una clausola di emergenza, da attivare in caso di eventi non previsti, che permetterebbe al paese in questione di rivedere gli accordi presi con Bruxelles.

In generale, la Commissione ritiene opportune le regole di bilancio esistenti, che del resto sono state aggiornate un anno fa. Tuttavia, dare più possibilità di spesa per la difesa è fondamentale. Dal momento che Stati “fiscalmente conservatori” come la Germania sono contrari sia a una revisione delle regole che all’adozione di una clausola come quella proposta da von der Leyen, la strada dell’allargamento della definizione di spesa per la difesa sembra l’unica praticabile, tanto che un diplomatico Ue l’ha definito un “sollievo” per quei paesi “bloccati” dall’intransigenza tedesca.

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