Guerra Israele, Netanyahu lascia Gaza al buio: bloccata l'elettricità. Ma l'accordo sugli ostaggi si avvicina
Il ministro dell'Energia, Eli Cohen, ha dato istruzioni alla Israel Electric Corporation di interrompere immediatamente la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza
Benjamin Netanyahu
Guerra Israele, Netanyahu lascia Gaza al buio
Israele interrompe la fornitura di elettricità a Gaza, attuando così una minaccia già paventata nelle ultime settimane per aumentare la pressione su Hamas, alla vigilia dell'attesa ripresa dei colloqui a Doha sulla seconda fase del cessate il fuoco. Lo riferisce il quotidiano Times of Israel.
Il ministro dell'Energia, Eli Cohen, ha dato istruzioni alla Israel Electric Corporation di interrompere immediatamente la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza, che rischia quindi di trovarsi al buio. “Impiegheremo tutti gli strumenti a nostra disposizione affinché tutti gli ostaggi ritornino e faremo in modo che Hamas non torni a Gaza il 'giorno dopo'”, ha detto Cohen in un video messaggio. L'ufficio del ministro ha anche diffuso una lettera inviata alla Israel Electric Corporation, in cui si ordina di interrompere la vendita di elettricità alle centrali di Gaza.
Questo ulteriore provvedimento restrittivo è giunto dopo il blocco decretato da Israele all'ingresso delle merci a Gaza, in reazione al rifiuto di Hamas di accettare la proposta di estendere la fase iniziale dell'accordo per il cessate il fuoco e il rilascio dei 59 ostaggi ancora detenuti.
Il premier Benjamin Netanyahu ha già dichiarato di essere pronto ad aumentare la pressione su Hamas e sull'enclave di Gaza, minacciando “ulteriori conseguenze” fino il ritorno alla "guerra totale". I prossimi step di questa escalation di pressioni sono contenuti in un piano che sarebbe stato stilato dal governo se Hamas non avesse ceduto alle richieste di Israele nei colloqui per liberare gli ostaggi e porre fine alla guerra.
Guerra Israele, inviato Usa: accordo ostaggi Gaza entro poche settimane
È ottimista l'inviato Usa per gli ostaggi, Adam Boehler, sulla possibilità di un accordo con Hamas "entro poche settimane" per liberare tutti i civili ancora detenuti dai militanti palestinesi a Gaza. In un'intervista alla Cnn, Boehler, ebreo americano, ha riconosciuto che era stato "strano" sedersi faccia a faccia con i leader di Hamas. Nelle ultime settimane, l'inviato americano ha tenuto colloqui diretti senza precedenti con i vertici del gruppo classificato come terroristico negli Stati Uniti dal 1997.
Boehler ha affermato di comprendere la "costernazione" di Israele per il fatto che gli Stati Uniti avessero tenuto colloqui con il gruppo, ma "siamo gli Stati Uniti. Non siamo un agente di Israele". Ha spiegato l'obiettivo di questi colloqui, come un tentativo di aver cercato di dare il via ai "fragili" negoziati.
"Alla fine, penso che sia stato un incontro molto utile", ha valutato Boehler, secondo cui "qualcosa potrebbe concretizzarsi nel giro di poche settimane. Penso che ci sia un accordo in cui possono far uscire tutti i prigionieri, non solo gli americani". Nelle dichiarazioni rilasciate alla Cnn, l'inviato Usa ha suggerito, infine, che si sarebbe aperta una possibilità di ulteriori colloqui con Hamas.