Medio Oriente, tregua in bilico. Israele va in pressing: "O si liberano tutti gli ostaggi sabato o sarà guerra"

Tregua sempre più in bilico. Hamas: "Sabato liberi tre ostaggi come da accordi". Contro il piano Trump per la Striscia la Lega Araba, Ue, Cina e Francia

di Redazione
Esteri

Medio Oriente, tregua appesa a un filo. Scontro Hamas-Israele sugli ostaggi 

Le posizioni tra il mondo arabo e l'alleanza di ferro tra Israele e Stati Uniti restano molto distanti sul futuro di Gaza e su questo sfondo resta l'incertezza sulla tenuta del cessate il fuoco. "Trump ha perso la pazienza, è ora che tutti gli ostaggi tornino a casa", ha avvertito il segretario di Stato americano Marco Rubio, mentre il ministro della Difesa israeliano Israel Katz si è spinto oltre: senza il ritorno a casa dei rapiti "combatteremo con più intensità" fino a realizzare il piano della Casa Bianca per la Striscia, con l'espulsione di tutti i palestinesi.

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Hamas: "Minacce e intimidazioni non aiutano"

Hamas vuole impedire il fallimento dell'accordo  di cessate il fuoco per la Striscia di Gaza. A dichiararlo è stato il  portavoce Abdul Latif al-Qanou, citato dal Al Jazeera. "Non siamo  preoccupati per il fallimento dell'accordo di cessate il fuoco nella  Striscia di Gaza, siamo ansiosi di metterlo in pratica e di obbligare  gli occupanti ad attuarlo pienamente", ha dichiarato in un comunicato. I mediatori, ha aggiunto, stanno esercitando pressioni per garantire  la piena attuazione dell'intesa, obbligare Israele a rispettare il  protocollo umanitario e riprendere il processo di scambio sabato. Per Al-Qanou, il linguaggio di minacce e intimidazioni usato da Donald Trump e Benjamin Netanyahu non serve all'attuazione dell'accordo di  cessate il fuoco.

Media, progressi in negoziati per proseguire tregua a Gaza

Fonti palestinesi anonime hanno riferito alla testata saudita Al Sharq che sono stati fatti progressi nei negoziati indiretti tra Israele e Hamas sul precario accordo di cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi. Una fonte ha riferito al quotidiano che i mediatori “hanno tenuto intense discussioni e che è stato ottenuto un impegno preliminare da parte di Israele di attuare le disposizioni del protocollo umanitario a partire da giovedì mattina”. La fonte ha aggiunto che i palestinesi stanno “aspettando la conferma dai mediatori” che i rimorchi, le tende, il carburante, i macchinari pesanti, i medicinali e i materiali per la ristrutturazione degli ospedali entreranno nella Striscia. "Hamas attende di vedere l'attuazione sul campo", ha detto la fonte.

Media, Israele bombarda sud Gaza

Le forze israeliane hanno bombardato la striscia di Gaza meridionale. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, l'attacco è avvenuto nei pressi della barriera di sicurezza di Gaza, nella cittadina di al-Fukhari, nei pressi della città di Khan Younis.

Axios: “Israele manterrà la tregua se sabato saranno rilasciati 3 ostaggi”

Israele avrebbe inviato un messaggio a Hamas tramite i mediatori Egitto e Qatar, affermando che l'accordo di rilascio degli ostaggi e cessate il fuoco continuerà se il gruppo terroristico rilascerà altri tre ostaggi sabato, riferisce Axios, citando un alto funzionario israeliano. 

Ore prima, secondo fonti di Hamas, "I mediatori (Egitto e Qatar) hanno offerto garanzie che Israele rispetterà l'accordo di cessate il fuoco e inizierà veri negoziati per la seconda fase". Secondo le fonti, nel caso in cui Israele "rispetterà i termini dell'accordo, il processo di consegna degli ostaggi avverrà nei tempi previsti e senza problemi".

Hamas: "Rilasceremo tre ostaggi come da accordi, non tutti"

Il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, in una intervista ad Al Jazeera ha affermato che Hamas è impegnata ad attuare il programma di rilascio degli ostaggi secondo gli accordi di tregua, ma che "Non saranno rilasciati tutti" sabato come da alcune richieste israeliane.

Secondo gli accordi, tre ostaggi dovrebbero essere rilasciati sabato prossimo, 15 febbraio.

Katz: “Guerra se Hamas non rilascia gli ostaggi entro sabato”

Se Hamas non rilascerà gli ostaggi israeliani entro sabato Israele riprenderà la guerra come promesso dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Israel Katz. 

"La nuova guerra di Gaza sarà diversa per intensità da quella precedente al cessate il fuoco e non finirà senza la sconfitta di Hamas e il rilascio di tutti gli ostaggi", ha detto Katz. Questa nuova guerra, ha aggiunto "consentirà anche la realizzazione della visione del presidente degli Stati Uniti Trump per Gaza".

La denuncia del direttore dell'ospedale di Gaza nord in un carcere israeliano: “Abusi e torture”

Dopo 47 giorni di detenzione, il direttore dell'ospedale Kamal Adwan, Hossam Abu Safiya, ha potuto incontrare per la prima volta un legale a cui ha denunciato "le varie forme di tortura e abuso" di cui è stato vittima da parte delle forze israeliane. Lo riporta una Ong della Striscia di Gaza, Al Mezan.

"L'avvocato di Al Mezan ha fatto visita al dottor Abu Safiya nella prigione di Ofer, situata nella Cisgiordania occupata", ha riferito l'Ong, ricordando che il direttore dell'ospedale è stato arrestato dalle forze israeliane il 27 dicembre nell'ospedale di Beit Lahiya, insieme ad altri medici, a personale sanitario, pazienti e altri civili. Dopo l'arresto è stato portato "al campo di detenzione militare di Sde Teiman" dove è stato "sottoposto a varie forme di tortura e trattamenti inumani e degradanti". Il 9 gennaio scorso è stato trasferito nella prigione di Ofer, dove "è stato tenuto in isolamento per 25 giorni" e ha subito "interrogatori quasi continui per 10 giorni", nel corso dei quali "ha respinto con forza le accuse" che gli sono state mosse, "sottolineando di essere un medico il cui unico dovere è quello di fornire assistenza medica ai pazienti e ai feriti". 

Secondo l'ong, Abu Safiya ha perso "12 kg in meno di due mesi" e "nonostante abbia più volte chiesto cure mediche alle autorità israeliane, gli è stato sistematicamente negato l'accesso a una visita specialistica ed è stato privato delle cure essenziali". "Invitiamo la comunità internazionale, in particolare gli alleati di Israele, ad agire immediatamente per chiedere il rilascio immediato e incondizionato del dottor Abu Safiya, così come di tutti i palestinesi che sono stati arrestati illegalmente e arbitrariamente detenuti dalle autorità israeliane, tra cui centinaia di operatori sanitari", è l'appello lanciato dalla ong.

L'Onu: “Il piano Trump per Gaza viola il diritto internazionale”

Oltre 30 esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta per "condannare le minacce scioccanti" del presidente americano Donald Trump di "prendere il controllo" e "possedere" la Striscia di Gaza, sfollando la popolazione palestinese, ammonendo che, se messo in atto, verrebbero "infrante le regole fondamentali dell'ordine internazionale" e il mondo tornerebbe "ai giorni bui della conquista coloniale". 

"Tali palesi violazioni da parte di una grande potenza romperebbero il tabù mondiale sull'aggressione militare e incoraggerebbero altri Paesi predatori a conquistare territori stranieri, con conseguenze devastanti per la pace e i diritti umani a livello globale", hanno ammonito gli esperti. "L'attuazione della proposta degli Stati Uniti infrangerebbe le regole fondamentali dell'ordine internazionale e della Carta delle Nazioni Unite in atto dal 1945, che gli Stati Uniti hanno contribuito a creare per ripristinare la pace dopo la catastrofica Seconda guerra mondiale e l'Olocausto - hanno aggiunto - riporterebbe il mondo ai giorni bui della conquista coloniale".

Se il presidente degli Stati Uniti è sinceramente preoccupato del bene dei palestinesi, gli Stati Uniti dovrebbero mediare un cessate il fuoco duraturo, riprendere i finanziamenti all'UNRWA, risarcire i palestinesi per i danni derivanti dalle armi e munizioni statunitensi fornite a Israele nonostante il grave rischio di violazioni del diritto umanitario e porre fine ai trasferimenti di armi", secondo gli esperti Onu, per cui gli Stati Uniti "dovrebbero anche fare pressione su Israele affinché finanzi la ricostruzione e fornisca risarcimento per le violazioni, garantire che i responsabili di crimini internazionali ne rispondano e sostenere in modo significativo lo stato palestinese".

L'Egitto presenterà un piano per ricostruire Gaza senza cacciare i palestinesi

L'Egitto presenterà un piano per ricostruire la Striscia di Gaza senza deportarne i palestinesi che vi vivono. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri del Cairo spiegando che intende "presentare una visione completa per la ricostruzione" della Striscia di Gaza che garantisca che i palestinesi rimangano sulla loro terra. L'Egitto ''spera di cooperare'' con l'amministrazione del presidente statunitense Donald Trump ''per raggiungere una pace globale e giusta nella regione''.

 

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