Guerra, Putin non si ferma con Biden: Papa Francesco se ci sei batti un colpo

"Siamo nel mezzo di una battaglia tra democrazie e autocrazie": ci troviamo in un tunnel buio senza più via d'uscita

L'opinione di Massimo Falcioni
Esteri
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Nato, il presidente americano è uscito dal suo “grigiore” ergendosi a capo unico della parte del mondo anti Putin 

Ci voleva questa guerra scellerata scatenata da Putin con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia per riportare gli Usa a dare la linea alla Eu, di fatto un commissariamento dell’Europa come o peggio negli anni bui della “guerra fredda” dopo il secondo conflitto mondiale.

Più che una forte unità di vedute, dal vertice Nato e dal consiglio Europeo a Bruxelles di ieri, è emerso un totale allineamento alla linea data dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Biden è così uscito dal suo “grigiore” ergendosi a capo unico della parte del mondo anti Putin e della “crociata”, non solo militare ed economica, dell’Occidente contro la Russia ritenuta da gran parte dei vertici di Bruxelles imbattibile: “perché può ricattarci col gas”. Poco più di un mese fa gli stessi vertici della Eu, a differenza di Biden, non credevano che Putin rendesse operative le sue minacce contro l’Ucraina.

Poi, con l’arrivo dei carri armati e dei missili russi a spargere sangue e terrore a due passi da casa, gli stessi vertici di Bruxelles sono andati in tilt affidandosi allo “zio d’America”, pronto a tutto, “A piani di emergenza per ogni possibile attacco della Russia sul territorio dell’Alleanza Atlantica”, pronti anche alla “Risposta nucleare in circostanze estreme”, perché “La posta in gioco non è solo la difesa dell’Ucraina ma la democrazia nel mondo”.

Che sia stato Biden a prendere in mano la patata bollente oramai sta bene a tutti in Europa. Anche all’Italia e al premier Draghi, per lo più cauto (dicendo ad esempio che il nostro Paese vuole escludere il settore dell’energia dalle sanzioni russe), raccomandando agli altri leader europei un approccio “graduale” sulla linea della “selective engagement”. Qual è oggi il margine di manovra per una vera trattativa?  Assai ristretto.

Putin basa la propria linea politica di aggressione militare perché: “L’Ucraina è sempre appartenuta alla Russia”. Questa non solo è una balla storica ma è politicamente falsa come dimostra il 92% degli ucraini che nel 1991 votò per l’indipendenza da Mosca in uno storico referendum che vide anche l’80% del “NO a Mosca” nelle regioni di Luganks e Donetsk. Anche nel Donbass la stragrande maggioranza rifiuta l’annessione alla Russia.

Il primo obiettivo, oggi, resta la fine della guerra utilizzando ogni spiraglio utile per trattative credibili portate avanti da personalità autorevoli e super partes, in grado di mediare. In questo senso ha gran valore la proposta di Affaritaliani affinchè sia Papa Francesco il “mediatore” fra Russia e Ucraina, magari proprio in Vaticano.

LEGGI QUI LA PROPOSTA DI AFFARI: Sia Papa Francesco a mediare tra Russia e Ucraina

Obiettivo, quello di una trattativa “extra” come può essere quella di Papa Francesco e dello stop alla guerra, tutt’altro che scontato perché Putin ha il coltello dalla parte del manico e non si può ottenere a qualsiasi costo, cioè alle condizioni di Putin. Putin parla ancora di semplice “azione militare” quando da più di un mese c’è un bagno di sangue con l’obiettivo della devastazione dell’Ucraina intesa dal rais russo come tappa per espandersi a Occidente. Putin punta alla realizzazione di un disegno geopolitico dell’impero euro-asiatico basato sulla religione ortodossa per fare della Russia cristiana la nazione “liberatrice” del mondo.

Il disegno strategico di Putin viene da lontano ed è chiaro, basato su un progetto ideologico, politico, militare, culturale e addirittura religioso, (il cristianesimo usato come strumento di potere), che punta a fare della Russia il “centro” mondiale di una visione cristiano ortodossa, un nuovo impero che includa anche l’Europa occidentale intesa come “un guscio vuoto”, dominata da ideologie corrosive come quella del gender, una Europa da ridurre a protettorato del suo grande impero “cristianamente ispirato”. Qui ha ragione Biden: “Siamo nel mezzo di una battaglia tra democrazie e autocrazie”. Tradotto significa che siamo in mezzo al guado. Peggio, nel buio di un tunnel dove, per ora, non si vede la via d’uscita. Papa Francesco, se ci sei batti un colpo!