Gas, Draghi punta tutto su Algeria e Africa. Ma il continente parla già russo

Verso un accordo per l'ulteriore aumento delle forniture da Algeri, che stringe i rapporti con Mosca. E la presenza russa crea incognite in tutto il continente

Esteri
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Guerra in Ucraina, l'Italia guarda all'Africa per il gas. Ma non basteranno le forniture africane. E il continente parla già russo

L'Italia, così come l'Europa, guarda all'Africa per ridurre o addirittura cancellare la dipendenza dal gas della Russia. Una necessità nata dalle sanzioni comminate in seguito all'invasione russa e alla guerra in Ucraina ma si tratta di un obiettivo molto complicato da raggiungere. Anche perché, nel frattempo, Mosca ha piantato radici in Africa con il paradosso che ora Italia ed Europa guardano a partnership energetiche o politiche con paesi che allo stesso tempo stanno approfondendo a loro volta i rapporti con il Cremlino.

Eppure, Mario Draghi è certo: "Abbiamo finalmente affrontato, in Italia, la nostra dipendenza energetica dalla Russia che ora rischia di diventare sottomissione piuttosto che dipendenza", ha dichiarato il premier a un evento presso l'Università di Milano Bocconi. "La risposta immediata è preparare un futuro in cui non dipenderemo più dalla Russia per il gas". Si tratta di un obiettivo sul quale si sta lavorando alacremente. Non a caso membri del governo sono stati in viaggio negli scorsi mesi e settimane in diversi paesi africani e pianificano di tornarci a breve.

Non solo Maghreb, con Libia, Tunisia ed Egitto (nonostante caso Regeni) in testa, ma anche più a sud in altri paesi ricchi di risorse come il Mozambico e l'Angola. Proprio in questi giorni si svolge non a caso la visita del presidente della Repubblica di Algeria, Abdelmadjid Tebboune, a Roma. Previsti incontri con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e lo stesso Draghi. In programma la firma di alcune intese ancora in corso di definizione nei settori del turismo, della cultura, delle micro-imprese e della lotta all'evasione fiscale. Ma, appunto si parlerà soprattutto di gas ed energia.

Gas e accordi, il presidente dell'Algeria in Italia da Draghi

L'Algeria è il secondo fornitore energetico dell'Italia e ha per questo un'importanza strategica per il Paese. Recentemente, lo Stato nordafricano ha dato disponibilità per fornire all'Italia gas aggiuntivo nel breve, medio e lungo termine. Come riporta Agenzia Nova, dovrebbe arrivare una dichiarazione congiunta del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, e dell'omologo algerino, Ramtane Lamamra, in cui le due parti si impegnano a rafforzare la cooperazione economica in vista del vertice intergovernativo del 18 e 19 luglio.

Significativo il fatto che, nel frattempo, l'Algeria stia stringedo rapporti molto forti anche con la Russia. Algeri e Mosca hanno alle spalle una lunga cooperazione, che non è stata diminuita dalla guerra in Ucraina. Ad aprile Mosca ha ospitato un incontro tra il direttore generale della documentazione e della sicurezza estera dell'Algeria, Noureddine Makri, e il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, una delle figure più influenti del Cremlino. Anzi, oltre alle cooperazione commerciale il Cremlino ha fatto sapere che in autunno sono in programma esercitazioni militari congiunte tra i due eserciti. Secondo Mosca, le nuove manovre si svolgeranno nella base di Hammaguir, situata nella provincia algerina di Béchar, vicino al confine con il Marocco e a 700 chilometri da Melilla. Proprio mentre le tensioni tra Algeria e Marocco sono in aumento.

Non si tratta di un caso isolato. Spesso l'Italia e l'Europa cercano di approfondire rapporti con paesi che hanno profondi legami con la Russia, senza contare l'instabilità di alcuni teatri dovuti anche alle manovre di Mosca. Si guarda per esempio alla Libia, che viene considerata ancora largamente instabile dopo il fallimento delle elezioni presidenziali cancellate lo scorso dicembre e non ancora riprogrammate. Non è un mistero che Vladimir Putin abbia appoggiato a lungo il generale Haftar.

Libia? Ancora instabile. Per non parlare del Sahel, dove i governi sono sempre più filorussi

Ma ci sono perplessità generali sulle capacità energetiche di questi paesi. "La Libia è in grado di compensare solo una piccola parte delle forniture di petrolio della Russia destinate all'Europa, anche in caso di uno sviluppo di tutti i suoi giacimenti" ha affermato ad Agenzia Nova il ministro del Petrolio del Governo di unità nazionale della Libia (Gun) con sede a Tripoli, Mohamed Aoun. "Se tutti i giacimenti petroliferi fossero sviluppati per produrre alla piena capacità, operazione che richiederebbe dai tre ai sette anni, solo una piccola parte della produzione russa potrà essere compensata da quella libica", ha dichiarato Aoun.

Netto raffreddamento degli entusiasmi. Non l'unico. L'instabilità politica e gli attacchi dei jihadisti si sono intensificati negli ultimi mesi in diverse aree dell'Africa che sarebbero interessate dal piano energetico, dal Sahel alla costa orientale. E molti di questi paesi stanno rompendo rapporti con l'Europa e gli storici colonizzatori francesi per rivolgersi alla Russia.

Nelle scorse settimane, per esempio, è stato firmato, un accordo di cooperazione militare tra Russia e Camerun. Siglato in tutto segreto è venuto alla ribalta delle cronache in questi giorni e sta già creando parecchie perplessità. Sullo sfondo, infatti, aleggia il fantasma della compagnia di mercenari russi Wagner. Il testo dell'accordo – firmato dal ministro della Difesa di Yaoundé, Joseph Beti Assomo e dal suo omologo russo, Serguei Choigou – prevede che si proceda allo scambio di opinioni e informazioni in materia di politica di difesa e sicurezza internazionale, lo sviluppo delle relazioni in ambito dell’addestramento congiunto e dell’addestramento di truppe di ingegneria, istruzione, medicina e topografia militare.

La Russia è da tempo già radicata anche in Mali. Nelle scorse settimane la cattura di un membro della compagnia Wagner in Mali da parte di una formazione jihadista, il Gruppo di supporto per l'Islam e i musulmani, certificherebbe la presenza dei mercenari di Mosca in questo paese africano. L'esercito francese, inoltre, nei giorni scorsi, aveva affermato di aver filmato alcuni mercenari russi mentre seppellivano corpi all'esterno della base maliana di Gossi: le immagini mostrano quelli che sembrano essere soldati bianchi che ricoprono i corpi di sabbia.

La presenza russa si spinge anche nel cuore dell'Africa. In particolare nella Repubblica Centrafricana, paese già dilaniato da una lunga serie di conflitti interni. E' qui che la presenza russa in Africa si fa più evidente. A proposito di risorse naturali, la Russia partecipa a progetti di estrazione anche in altri paesi africani come per esempio Sudafrica, Guinea e Zimbabwe. L'Europa e l'Italia guardano all'Africa, ma l'Africa ha gli occhi sulla Russia già da diverso tempo. E il suo gas potrebbe non bastare.

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