Guerra Ucraina, Putin e Zelensky alzano il tiro. Senza trattativa si va diritti verso la terza guerra mondiale

C’è ancora chi crede che nella terribile guerra in corso fra Russia e Ucraina una vittoria di Putin non comprometta l’Europa... Ma le cose non stanno proprio così. Commento

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Vladmir Zelensky e Vladimir Putin

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Guerra Ucraina e il duello Zelensky-Putin

C’è ancora in Europa, e specificatamente in Italia, chi crede che nella terribile guerra in corso fra Russia e Ucraina una vittoria di Putin non comprometta l’Europa e non  rappresenti una minaccia per la pace mondiale. E c’è chi considera parole al vento le minacce della settimana scorsa del rais russo sull’uso delle bombe atomiche nel caso l’Occidente consentisse all’Ucraina di usare missili a lungo raggio sul territorio russo: “Ciò significherà – questo l’avviso di Putin – che i Paesi della Nato, gli Stati Uniti, i Paesi europei, sono in guerra con la Russia. Se ciò dovesse accadere, saranno prese tutte le decisioni appropriate”. Minacce ribadite l’altro ieri dal capo della Duma Viaceslav Volodin dopo la decisione (a maggioranza) della Ue di consentire a Zelensky di usare armi a lungo raggio e colpire la Russia in profondità: “Ciò che chiede il Parlamento europeo conduce verso una guerra mondiale con armi nucleari”. 

Quelle di Putin e di Volodin sono parole al vento, solo aria fritta, un bluff per spaventare l’Occidente e lasciare l’Ucraina al proprio destino nelle fauci dell’imperialismo russo? Un fatto è certo. A quasi tre anni dall’inizio del conflitto, a ridosso del nuovo inverno, quel che è successo l’altro giorno in Russia a 600 Km dal confine ucraino e a 160 Km a nord-ovest di Mosca con il bombardamento di droni e missili ucraini che hanno fatto saltare uno dei principali depositi di armi russi dimostra che la guerra è entrata in una nuova fase di escalation. Secondo l'Institute for the Study of War (ISW), think tank americano, 250 basi e installazioni militari in Russia potrebbero essere centrate dai missili occidentali a lungo raggio forniti a Zelensky: reggimenti, magazzini, centri di comunicazione, hangar di manutenzione e sedici basi aeree. Cosa accadrebbe se un missile (made in Usa?) riuscisse a colpire Mosca? E’ questa la strada per far cessare le armi e aprire una trattativa di pace?

Ecco perché alcuni paesi occidentali e anche frange del governo italiano sono contrari alle ultime richieste di Zelensky che chiede all’Occidente nuovi missili soprattutto per coinvolgere ancora di più Nato e Usa in un intervento più massiccio e diretto nella guerra in corso. Ciò porterebbe a una scalata del conflitto dagli sbocchi imprevedibili. Conflitto che ha già causato oltre un milione di morti e feriti, semi distrutto una nazione, incidendo negativamente sui bilanci economici-finanziari di tutti i paesi occidentali, in primis quelli europei.  Va ribadito fino alla nausea che in questa guerra c’è un Paese aggressore, la Russia e c’è un paese aggredito, l’Ucraina. E’ la prima mossa, la prova di forza di Putin per riportare l’Europa ai confini post seconda guerra mondiale. 

Non è solo Zelensky, ma tutta l’Europa e tutto l’Occidente, che non possono alzare le mani in segno di resa di fronte a Putin. Tuttavia è l’ora di porsi il problema di quando, di come e dove trattare. Anche per far cadere le maschere dietro alle quali Putin cerca ancora di nascondersi. L’Occidente non ha nella sua agenda alcun possibile compromesso con la Russia. Ma non si può continuare a lungo la guerra così come la si è condotta sinora, affidandosi solo ed esclusivamente alle armi. Qui, in ballo, non c’è il futuro di Putin o di Zelensky. In mancanza di un piano, a breve, per un negoziato politico realistico, lo sbocco è uno solo, con il rischio reale della terza guerra mondiale. E’ l’ora della svolta. Tornando anche al passato, con la gente protagonista, anche in piazza. Ovunque. Presto, prima che sia troppo tardi.  

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