Hong Kong condanna 45 attivisti per sovversione: previsti fino a 10 anni di carcere. Ecco che cosa c'è dietro
Una sentenza senza precedenti: la West Kowloon Court di Hong Kong ha condannato 45 attivisti per la democrazia con l’accusa di cospirazione e sovversione
Lapresse
Hong Kong, 45 attivisti condannati per cospirazione e sovversione, pene fino a 10 anni di carcere
Una sentenza senza precedenti. La West Kowloon Court di Hong Kong ha condannato 45 attivisti per la democrazia con l’accusa di cospirazione e sovversione. Le pene variano dai quattro anni e due mesi fino ai 10 anni di carcere. Si tratta del più grande caso di sicurezza nazionale mai verificatosi a Hong Kong, reso possibile dalla stretta voluta da Pechino nel 2020 in seguito alle proteste di massa a favore della democrazia verificatesi l’anno prima.
I capi di imputazione
Tutto inizia nel febbraio del 2021 con un arresto di massa dovuto all’organizzazione, nel 2020, di elezioni primarie non autorizzate volute dal fronte pro-democrazia. L’obiettivo era quello di far aumentare la possibilità di far eleggere candidati amici al Consiglio legislativo di Hong Kong alle elezioni previste quell’anno. Secondo i giudici, il piano dei 45 condannati era quello di indebolire il governo, fino a portare a una crisi istituzionale, tramite ostruzionismo e veti sul bilancio. A venire indicato come mente e organizzatore principale è stato il giurista Benny Tai, che per il tribunale voleva imporre la democratizzazione forzata della regione amministrativa speciale.
Tai, 60 anni, è un volto noto del fronte democratico di Hong Kong: nel 2014 era stato tra i promotori della protesta, poi ribattezzata Umbrella Movement, che aveva portato a 79 giorni di occupazione delle strade cittadine. Ora, la sua è la pena più alta: 10 anni di carcere. Gli altri principali condannati sono i politici Au Nok-hin, Andrew Chiu, Ben Chung e Gordon Ng, un australiano con doppia cittadinanza. Solo due dei 47 imputati inziali sono stati assolti.
Degli altri, 31 si sono dichiarati colpevoli per ottenere uno sconto di pena. Anche loro come i rimanenti 14, tuttavia, hanno dovuto attendere più di tre anni per avere una sentenza. “I tribunali ormai si discostano poco dalla narrativa del governo”, il commento rilasciato al Washington Post da Eric Lai, ricercatore al Georgetown Center for Asian Law.
La linea della difesa: impossibile realizzare il piano sovversivo
Per la difesa, l’eventuale piano sovversivo non solo non si è realizzato, ma non avrebbe neanche mai potuto essere messo in atto perché il governo aveva deciso di posticipare le elezioni per problemi legati alla pandemia da Covid-19.
Inoltre, alcuni dei futuri condannati erano stati dichiarati ineleggibili e quindi non avrebbero nemmeno potuto recitare la propria parte in parlamento. In generale, presi assieme i 45 condannati rappresentano un ampio spettro di opposizione: si va dagli attivisti per i diritti Lgbtq+ ai dissidenti marxisti, da politici navigati a homines novi. Per molti, la pena sarà più breve del previsto perché verrà calcolata come parte di essa anche il periodo già scontato in carcere dal giorno dell’arresto a febbraio 2021 a oggi.
La stretta di Pechino su Hong Kong
La condanna, arrivata il 19 novembre, è solo l’ultimo tassello di un giro di vite che la Cina ha imposto alla ex colonia inglese da quattro anni a questa parte. Tutte le istituzioni, dalla scuola fino ai media, sono progressivamente state rimodulate verso una fedeltà al regime. Lo scorso marzo, poi, è stato approvato un pacchetto di leggi sulle “minacce interne” che di fatto ha cancellato la formula del “Un Paese, due sistemi amministrativi” in essere dal 1997, quando Hong Kong ha ottenuto l’indipendenza dall’Inghilterra a favore della Cina e che avrebbe dovuto rimane in vigore per 50 anni.
Secondo alcuni analisti, il fatto che la sentenza sia arrivata proprio ora, dopo la rielezione di Donald Trump, non è un dettaglio da trascurare. Il futuro presidente degli Stati Uniti, infatti, ha indicato come segretario di Stato il senatore repubblicano Marco Rubio, da sempre supporter del movimento per la democrazia di Hong Kong. In questo senso, la sentenza sarebbe un segnale verso la Casa Bianca, anche in vista di un possibile pacchetto di dazi contro la Cina.