Iftar della Pace: oltre 400 partecipanti, tra leader religiosi e politici, riuniti con Hassen Chalghoumi a Parigi
La cena ha visto la partecipazione di numerose personalità religiose al fianco di Chalghoumi, da anni impegnato nella lotta contro l’antisemitismo, l’estremismo e per il dialogo interreligioso
Parigi, l'Iftar della Pace riunisce oltre 400 leader religiosi e politici nel segno del dialogo e della convivenza
Venerdì sera, a Parigi, si è svolto per il 16° anno consecutivo l’“Iftar della Pace”, un grande banchetto organizzato per la rottura del digiuno del Ramadan. Ideato dall’Imam Hassen Chalghoumi, l’evento si è tenuto all’Hotel Collectionneur e ha riunito oltre 400 ospiti, tra cui esponenti religiosi e politici. Questa cena, dal forte valore simbolico, ha visto la partecipazione di numerose personalità religiose, tra cui circa 40 imam al fianco di Chalghoumi, da anni impegnato nella lotta contro l’antisemitismo, l’estremismo e per il dialogo interreligioso. Presenti anche il Rabbino Capo di Francia, Haïm Korsia, il Presidente del CRIF, Yonathan Arfi, i Grandi Rabbini di Gerusalemme e Los Angeles, il Rabbino della Sinagoga della Vittoria, rappresentanti cristiani e ortodossi, nonché il Patriarca Giacomo III di Antiochia e Gerusalemme.
Sul fronte politico, hanno preso parte all’evento Elisabeth Borne, vicepresidente del governo e ministro dell’Educazione nazionale, il Ministro della Francofonia Thani Mohamed Soilihi, Xavier Bertrand, l’ambasciatore israeliano in Francia e una delegazione degli Emirati Arabi Uniti. Presenti anche lo scrittore Marek Halter, il pianista e compositore Omar Harfouch, padrino dell’evento, oltre ai familiari degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas.
Hassen Chalghoumi: “Se non è tuo fratello nella tua religione, è tuo fratello nell’umanità”. L’Imam Chalghoumi ha aperto la serata con un discorso di forte impatto, sottolineando l’importanza del dialogo e della convivenza pacifica: “In questo mese sacro del Ramadan, l’Iftar della Pace è molto più di un pasto condiviso: è un impegno collettivo per la pace, la convivenza e la speranza in un mondo in cui la tolleranza e il dialogo prevalgano sull’odio e sulle divisioni. La pace non è solo l’assenza di guerra, ma una lotta quotidiana”.
Ha poi ricordato la coincidenza tra il Ramadan, il mese di Adar per gli ebrei e la Domenica delle Palme per i cristiani, evidenziando come queste celebrazioni abbiano radici comuni e possano essere un’opportunità per rafforzare l’unità tra le diverse fedi. “Vivere insieme non significa annullare le nostre differenze, ma riconoscerle, rispettarle e arricchirle attraverso un dialogo sincero. La pace si costruisce con l’educazione, con azioni concrete e con il rifiuto di ogni forma di odio: razzismo, antisemitismo, estremismo. Questa sera vogliamo dedicare una preghiera a chi soffre e sperare in un mondo più giusto: che tutti gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza tornino a casa, che il nostro amico Boualem Sansal riconquisti la sua libertà, che la guerra in Ucraina finisca e che l’anima di Ohad Yahalomi riposi in pace”.
L’Imam ha concluso il suo discorso con un appello all’unità: “Se non è tuo fratello nella tua religione, è tuo fratello nell’umanità. Continuiamo insieme questa lotta per la luce contro l’oscurità”. Un messaggio di speranza tra testimonianze e impegno per la pace. Dopo le parole di Chalghoumi, sono intervenuti Marek Halter e il Ministro della Francofonia, Thani Mohamed Soilihi, ribadendo l’importanza della fraternità e della pace. Un momento particolarmente toccante è stato il discorso dell’ambasciatore israeliano in Francia e delle famiglie degli ostaggi ancora detenuti da Hamas, che hanno lanciato un accorato appello per la liberazione dei loro cari.
A chiudere la serata, il Rabbino Capo di Francia Haïm Korsia ha citato Guillaume Apollinaire: “Mai i crepuscoli sconfiggeranno le aurore”, una frase che incarna lo spirito dell’Iftar della Pace e il messaggio di speranza che questa iniziativa continua a portare avanti, in un mondo sempre più segnato da conflitti e divisioni.