Ingovernabilità e caos finanziario. Comunque vada, Macron esce sconfitto
Verso il secondo turno delle elezioni francesi
Il Fronte Popolare non salverà Macron. Ecco perché
C’è molta attesa per i ballottaggi francesi previsti per domenica prossima. La grande trionfatrice del primo turno il Rassemblement National di Marine le Pen è attesa da una sorta di battesimo del fuoco. Il tentativo disperato di creare una sorta di fronte nazionale proprio per ostacolare l’ascesa dei lepenisti sembra per il momento aver avuto un numero discreto di adesioni, ma questo probabilmente se potrà essere utile per rendere certamente più ostica la conquista della maggioranza assoluta a Le Pen, non servirà certamente a salvare un presidente francese, che ha certamente la sua scommessa.
Il tentativo di chiamare a raccolta i francesi dopo il deludentissimo risultato, per lui e per il suo partito, alle elezioni europee, si può dirsi inesorabilmente fallito. Macron ora è nella posizione scomoda di dover affidarsi a socialisti e comunisti, che sono stati la sua fortuna per conquistare, in maniera ora si può dire, forse più fortuita che meritata, l’Eliseo nel 2017. È innegabile che il crollo dei socialisti e la sostanziale inconsistenza della sinistra estrema, abbiano aperto un'autostrada davanti al giovane ed ambizioso Macron, che ha saputo cavalcare l’onda dell’antipolitica, proprio contro i socialisti, in caduta libera dopo la impalpabile presidenza di Hollande e vincere le presidenziali contro la Le Pen, che era considerata ancora troppo estrema per arrivare all’Eliseo.
Ma ora dopo la striminzita vittoria del 2022, sempre contro la Le Pen, le cose sono molto cambiate. In mezza Europa governa la destra e soprattutto in Italia, una sempre più convincente a livello internazionale, Giorgia Meloni, che veniva considerata prima di salire a Palazzo Chigi, una pericolosa sovranista al pari della Le Pen, ha mostrato al mondo intero che non esistono più tabù per nessuno. E Macron che certo stupido non è, aveva capito fin dall’inizio che la premier italiana potesse rappresentare un serio pericolo per la sua leadership, e per questo ha provato in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote della Meloni, che invece ha rubato la scena internazionale ad un sempre più scialbo presidente francese.
Ecco perchè, comunque, andranno i ballottaggi Macron sembra destinato ad uscire sconfitto, perché nel caso migliore si assisterà ad una situazione di sostanziale ingovernabilità, che metterà la Francia a forte rischio della speculazione finanziaria, in una situazione certo non facile dal punto di vista economico e dei conti pubblici. E la colpa non potrà che ricadere su di lui e sul suo governo che soprattutto in questi ultimi anni non ha fatto nulla per fermare il declino del paese.
Non è un caso che all'indomani dei risultati del primo turno che hanno sancito il trionfo della Le Pen, i mercati hanno reagito assai bene al risultato elettorale francese. Una vittoria dimezzata che potrebbe determinare una avanzata delle sinistre potrebbe invece avere effetti ben peggiori e mettere il presidente in una posizione ancora più scomoda di quella in cui già si trova. Come sta dimostrando anche il caso Italia, quello che spaventa maggiormente i mercati finanziari è proprio l’instabilità e non certo il colore politico di chi governa. Ma questo forse a sinistra ancora non se ne sono accorti e pensano che basti ancora gridare al lupo al lupo, per avere la meglio sulla destra.
Macron in questo caso dovrà comunque scendere a compromessi e dovrà traccheggiare per gli altri due anni e mezzo che mancano alle presidenziali del 2027, a tutto vantaggio della Le Pen, che potrà rafforzarsi e far crescere la propria credibilità, magari proprio prendendo spunto dalla leader italiana, a cui in queste settimane non a caso sembra volersi riavvicinare.
Macron ha commesso lo stesso errore che sta facendo la sinistra italiana in questi ultimi venti anni, che è sostanzialmente quello di avere perso il contatto con la gente e non immedesimarsi nei problemi quotidiani, perché troppo distratto, così come la sinistra italiana, a mantenere il potere e rafforzare la sua ristretta cerchia di fedelissimi. Ha tradito in poche parole quella che era stata la sua grande forza propulsiva dell’inizio, che tornando all’esempio italiano, aveva spinto il movimento cinque stelle fino alla guida del paese: puntare sull’antipolitica per salire al potere e poi indirettamente, come in una sorta di nemesi, alimentare la stessa contro di sé.
Macron banchiere della Rothschild, la banca per eccellenza delle élite mondiali, è presto diventato il presidente dei ricchi. Ha puntato all’europeismo ma solo per contare di più e per assumerne la guida, tentativo che è clamorosamente fallito e che ha mostrato al mondo intero la sua totale inadeguatezza come leader. Sul fronte economico, basta un dato per certificare il suo operato, il debito pubblico è schizzato al 110%, contro il 98% di quando ha preso il potere per la prima volta.
Le sue politiche sul lavoro e pensioni li hanno attirato le critiche feroci dei ceti più deboli, anche perché imposte dall’alto, anche senza la maggioranza in parlamento. Ha fallito completamente nella sua politica in Africa, come ha certificato anche in un recente editoriale Le Figaro, che ha invece pubblicamente elogiato gli sforzi fatti dalla premier italiana Giorgia Meloni. Ora queste elezioni legislative potrebbero paradossalmente dare ancora più abbrivio ad una lanciatissima Le Pen che potrebbe usare a suo favore la disunita che circonda questo fronte popolare nato solo in chiave anti destra e che non ha molti più punti di contrasto che di contatto (un po’ come succede da noi quando si parla di campo largo).
Senza contare che proprio per questo le maggiori resistenze ad accettare il ritiro dai ballottaggi sono arrivate proprio dagli esponenti del partito del presidente. Segno tangibile che questa accozzaglia non può essere certamente considerata una alternativa credibile per poter governare un paese come la Francia in una fase così delicata. Ecco perché allora, parafrasando un Chiambretti d’annata, si può tranquillamente affermare che per Macron comunque vadano i ballottaggi, sarà una disfatta