Iran, la situazione precipita. 16enne uccisa di botte perché non canta l'inno

Asra Panahi si sarebbe rifiutata di intonare la canzone dedicata allo ayatollah Ali Khamenei. La famiglia costretta a mentire sulle cause della morte

Esteri

Iran, la tragica fine di una ragazzina di 16 anni per un rifiuto

In Iran la situazione si fa sempre più grave, si moltiplicano i casi di ragazze uccise o sparite nel nulla per non aver indossato il velo o per aver protestato contro il regime. L'ultimo episodio - si legge sul Corriere della Sera - riguarda una ragazza di appena 16 anni. Asra Panahi, avrebbe dovuto intonare versi come: "Questo mondo non ha significato senza di te/Oh amore mio, quando sei presente tra noi il nostro mondo è come la primavera". Ma ha tenuto la bocca chiusa. Nonostante le forze di sicurezza intimassero lei e le sue compagne di classe del liceo femminile Shahed ad Ardabil, nell’Iran nord occidentale, di cantare Salam Farmandeh — in italiano «Salve Capitano» — un inno dedicato alla guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei.

Un «no» - prosegue il Corriere - che ad Asra è costato la vita dopo un pestaggio così violento da mandarla in coma e poi farle smettere di battere il cuore in ospedale, proprio come è successo a Mahsa Amini, il 16 settembre scorso, a Teheran. Un mese dopo, stesso destino: si muore perché non si canta, perché non ci si mette il velo come pretendono le autorità. Nelle ultime settimane, gli attivisti hanno fatto sapere che la polizia costringerebbe i familiari delle vittime dei pestaggi a raccontare menzogne sulla morte dei loro figli e delle loro figlie. Ma a confermare che Asra non avesse nessun problema al cuore, come fatto trapelare, sono le sue medaglie di nuoto: era una piccola campionessa.

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