Israele, Hamas verso la risposta alla proposta di accordo. Ma Netanyahu frena
I leader dell'organizzazione islamista presenti a Gaza sono orientati ad accettare l'offerta. Quelli in esilio vogliono più concessioni
Media: "Ancora nessuna risposta di Hamas alla proposta di accordo sugli ostaggi"
Non arriverà stasera la risposta di Hamas alla proposta sul rilascio degli ostaggi in cambio di uno stop ai combattimenti. Lo dice la tv israeliana Channel 12, dopo che in giornata una televisione saudita aveva anticipato una risposta per le 19 ora locale. La stessa emittente sostiene che il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, intende chiedere solide garanzie per la fine della guerra ed il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia, condizione che Israele non intende accettare. Un'altra fonte vicina ad Hamas ha detto alla tv palestinese Quds news network che le parti non sono affatto vicine ad un accordo e che il gruppo insiste per la fine della guerra.
Netanyahu, parlando prima della riunione settimanale del governo, ha affermato di voler "essere chiaro sulla nostra politica: l'obiettivo fondamentale è prima di tutto l'eliminazione di Hamas'. Per questo, riguardo al possibile accordo per il rilascio degli ostaggi, il premier israeliano ha detto che "non accetteremo ogni accordo, a qualsiasi prezzo", affermando che le notizie diffuse dalla stampa riguardo alla disponibilità di rilasciare un grande numero di terroristi non corrispondo al vero. Nel suo discorso Netanyahu ha fissato le tre condizioni per arrivare all'eliminazione di Hamas: la distruzione di tutti i suoi 24 battaglioni, 17 dei quali sono stati già distrutti, completare le operazioni mirate nel nord e nel centro della Striscia e la neutralizzazione della rete dei tunnel, operazione "che richiede più tempo".
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Bombardamento su asilo a Rafah, morti due bambini
Almeno due bambini sono stati uccisi in un attacco israeliano contro un asilo nella città di Rafah, nella parte meridionale di Gaza. Lo ha detto il ministero della Sanità della Striscia citato dall'agenzia Wafa. L'attacco è avvenuto durante la notte. Ci sarebbero anche decine di feriti. Nell'asilo avevano trovato rifugio molti sfollati.
I capi di Hamas divisi sull'accordo con Israele
Il Wall Street Journal riferisce che c'è una spaccatura all'interno della leadership di Hamas sulla proposta di tregua per fermare la guerra a Gaza e riportare in Israele gli ostaggi. Secondo il quotidiano, che cita fonti informate, il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar e altri esponenti in loco vorrebbero accettare l'offerta di fermare i combattimenti per sei settimane; mentre i capi di Hamas in esilio chiedono maggiori concessioni e vogliono arrivare a un cessate il fuoco permanente. La proposta attende anche la decisione da parte del gabinetto di guerra israeliano guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu; mentre e' stata accettata dal capo del Mossad, David Barnea.
Intanto, anche la notte scorsa sono stati segnalati attacchi a Rafah, al confine con Gaza - definita dalle Nazioni Unite una "pentola a pressione della disperazione" - mentre i mediatori internazionali continuano a lavorare a un tentativo di tregua tra Israele e Hamas. Potenti esplosioni si sono udite in città poco dopo la mezzanotte, e il ministero della sanità gestito da Hamas ha riferito che 14 persone sono state uccise in due attacchi e che più di 100 persone in totale sono state uccise in tutto il territorio durante la notte. Lo stesso ministero ha aggiornato ad almeno 27.238 morti il bilancio delle vittime palestinesi dall'inizio della guerra con Israele. L'ultimo bilancio comprende 107 morti nelle ultime 24 ore, mentre altre 66.452 persone sono state ferite a Gaza dallo scoppio della guerra il 7 ottobre.
Quanto ai raid aerei degli Usa in Iraq e Siria, l'organizzazione islamista ha espresso una condanna "nei termini più forti". Il gruppo ha affermato in una dichiarazione su Telegram di considerare gli attacchi una pericolosa escalation e una violazione della sovranità dei due Paesi arabi. "L'amministrazione del presidente americano Joe Biden è responsabile delle conseguenze di questa brutale aggressione sia all'Iraq che alla Siria, che getta benzina sul fuoco", si legge nella dichiarazione di Hamas, rilanciata da Al Jazeera.