Israele riprende i bombardamenti su Gaza. Piano di Hamas? Era noto da un anno

L'idea di attacco era finita in mano ai militari israeliani già da un anno, ma è stato sottovalutato: "Solo fantasie"

di Redazione Esteri
Conflitto Israele Palestina - bombardamenti a Gaza
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Israele prosegue i bombardamenti nella Striscia di Gaza

Le forze israeliane bombardano per il secondo giorno consecutivo dalla fine della tregua con Hamas la Striscia di Gaza. "Adesso colpiamo obiettivi militari di Hamas lungo tutta la Striscia" ha dichiarato il portavoce dell'Idf, Jonathan Conricus. Israele ha portato nuovi raid aerei sulla parte meridionale della Striscia di Gaza, distruggendo tre moschee a Khan Yunis. Lo riferiscono media palestinesi. 

Niente più scambio di prigionieri e detenuti tra le parti, sono ripresi con inusitata violenza i bombardamenti sulla Striscia ma anche i razzi lanciati dall'enclaveIsraele e Hamas si accusano a vicenda della responsabilità della rottura dei negoziati e intanto Israele informa di aver attaccato 200 obiettivi militari legati ad Hamas, mentre il movimento islamista denuncia la morte di almeno 178 persone in poche ore.

Il piano di Hamas noto da un anno ma sottovalutato e ignorato

Ma intanto aumentano i dubbi e i misteri sull'attacco di Hamas del 7 ottobre. Il New York Times ha pubblicato il piano d’attacco di Hamas che i militari israeliani conoscevano da oltre un anno. Come riporta il Corriere della Sera, "nel file erano anticipate, al dettaglio, le future mosse dei mujaheddin: il lancio massiccio di razzi, le torri d’avvistamento neutralizzate, l’infiltrazione con moto e deltaplani, l’azione mirata per assumere il controllo della base-comando di Reim in modo da paralizzare la reazione".

Naturale interrogarsi sul perché israele non sia riuscita a difendersi: "una parte dei vertici militari ha sbagliato le valutazioni: ha sottostimato le capacità dei palestinesi; ha considerato il piano come un’aspirazione di Hamas ma non un progetto concreto, anche perché riteneva che il movimento non fosse interessato ad aprire un fronte di guerra". Prosegue il Corriere della Sera: "Una delle note più precise risale ai primi di luglio, quindi ci sarebbe stato tempo per riesaminare il quadro adottando contromisure. In effetti ci sono state delle consultazioni tra gli ufficiali ma la loro risposta è stata sorprendente: «sono fantasie», timori privi di fondamento. Ad aggravare le interpretazioni errate hanno contribuito altri fattori: la fiducia cieca nel muro digitale composto da sensori e telecamere".

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